Oggi, la storia

Sherlock Holmes

Un uomo che non ha mai vissuto e che mai morirà, di Denise Tonella

  • 27 January 2015, 07:05
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  • Keystone

Oggi, la storia 27.01.14

Oggi, la storia 27.01.2015, 08:05

Qualche giorno fa, passeggiando incuriosita nelle sale del Museum of London, ho riscoperto Sherlock Holmes. Un uomo che non ha mai vissuto e che mai morirà: questo il titolo emblematico dell’attuale mostra dedicata al famoso detective, nato dalla mente creativa di Sir Arthur Conan Doyle alla fine del XIX secolo.

È legittimo chiedersi come mai un museo di storia abbia deciso di dedicare un’intera esposizione a un personaggio letterario e quindi del tutto immaginario. I motivi sono due: da un lato Conan Doyle, nei suoi racconti, descrive in modo molto dettagliato la Londra vittoriana della fine del XIX secolo, e l’esposizione cerca di ricostruire l’atmosfera che caratterizzava la metropoli britannica dell’epoca. Dall’altro lato la mostra invita il visitatore a riflettere sul fatto che un personaggio letterario possa diventare una figura storica, possa insomma dare la sensazione ai lettori di essere realmente esistito. Il fatto che al numero 221B di Baker Street a Londra ci sia oggi una casa museo completamente arredata, dove il detective avrebbe vissuto insieme al dottor Watson, contribuisce a dare al personaggio un tocco di verità capace di confondere il visitatore, che per una attimo sembra chiedersi che cosa sia finzione e cosa invece realtà storica. La Baker Street esisteva già alla fine del XIX secolo, non invece il numero 221B.

Sherlock Holmes viene descritto dal suo autore come un uomo dall’intelletto brillante e dalle eccezionali abilità deduttive. È un consulente investigativo unico nel suo genere, esperto di chimica, immenso conoscitore del tessuto criminale londinese ed esperto schermidore. Fa uso di cocaina e morfina. Fuma la pipa e suona il violino. L’arte di interpretare le orme, che gli permette di risolvere i più grandi misteri del suo tempo, oltrepassa ben presto i confini del mondo letterario e raggiunge la realtà. La storia di Sherlock Holmes ha, infatti, profondamente influenzato il pensiero scientifico moderno. Conan Doyle, con i suoi racconti, ha reso popolare l’applicazione del metodo scientifico alle investigazioni criminali.

Ma chi era Sir Arthur Conan Doyle? Era un medico scozzese. Non particolarmente fortunato nella sua professione, si era messo a scrivere. Il primo romanzo su Sherlock Holmes, Uno studio in rosso, venne pubblicato nel 1887. Il professor Joseph Bell, chirurgo e rinomato medico legale, sembra essere stato un’importante fonte d’ispirazione per Conan Doyle. Il metodo di lavoro di Bell era completamente basato sulla ricerca d’indizi e sull’interpretazione deduttiva.

Sherlock Holmes è il personaggio letterario protagonista del maggior numero di film. Ed è proprio il cinema ad aver reso popolare il tipico modo di dire: “Elementare, Watson!”.

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