Oggi, la storia

Un eroe americano

di Emilio Gentile

  • 21 maggio 2015, 09:05
LindberghStLouis.jpg

Lindbergh in tenuta da aviatore

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Oggi, la storia 21.05.15

Oggi, la storia 21.05.2015, 07:05

Erano le 10 e 22 di sera, il 21 maggio 1927, quando centocinquantamila persone accolsero all’aeroporto parigino di La Bourget l’atterraggio del primo aereo con un solo pilota, che aveva sorvolato l’Oceano Atlantico partendo da New York la mattina del giorno precedente alle 7 e 20. Due settimane prima, dallo stesso aeroporto di Parigi, due francesi avevano decollato con un biplano per volare senza sosta sul Nord Atlantico, ma erano spariti nell’oceano. La stessa sorte era toccata a un altro pilota francese, che aveva tentato la trasvolata del Sud Atlantico.

Il pilota che atterrò a Parigi il 21 maggio, dopo 33 ore e 30 minuti di volo, era un giovane americano di venticinque anni. Si chiamava Charles Lindbergh. Aveva chiamato il suo aereo “Lo spirito di Saint Louis” in omaggio a un club di Saint Louis nel Missouri, che aveva sponsorizzato l’impresa. “Questa volta, è fatta”, disse a Lindbergh un operaio francese che fu tra i primi ad avvicinarsi al suo aeroplano appena atterrato, mentre l’immensa folla inneggiava al giovane americano, alto, biondo, bello, e modesto. Ovunque in Europa Lindbergh ebbe accoglienze trionfali. A New York, quattro milioni di americani lo acclamarono. Il presidente degli Stati Uniti gli conferì il grado di colonnello della riserva. Dal 21 maggio al 17 giugno del 1927, ricevette 3 milioni e mezzo di lettere entusiastiche, comprese quelle di giovani donne che si proponevano come spose. Milioni di dollari gli furono offerti perché partecipasse a campagne pubblicitarie e a film sulla sua impresa, ma il giovane rifiutò. Lindbergh divenne subito un eroe e una leggenda. La stampa contribuì con lodi superlative a diffondere il suo mito. Uno dei principali giornali americani scrisse nel 1929: “Ci sono voluti cinque secoli per la santificazione di Giovanna d’Arco, mentre in solo due anni il colonnello Charles Lindbergh è diventato un semidio.”

Rievocandola ottantotto anni dopo, l’impresa di Lindbergh può non destare alcun entusiasmo, e può anzi stupire che tanto delirante entusiasmo abbia suscitato allora. Ai nostri giorni, mentre esseri umani vivono per mesi nello spazio ruotando sopra la Terra, la nostra capacità di meravigliaci e di entusiasmarci può essersi attenuata. Ma occorre in proposito ricordare che uno storico dell’aviazione ha definito il volo di Lindbergh un evento epocale paragonabile alla prima passeggiata dell’astronauta americano Neil Armostrong sulla Luna nel 1969.

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