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Armani lascia il Ticino. Perché non sia il segnale del tutti a casa

di Gianluca Colombo

  • 9 February 2016, 12:20
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Martedì 09 febbraio 2016 - 12:20

Plusvalore del 09.02.16

Plusvalore 09.02.2016, 13:20

La notizia che il Gruppo Armani intende lasciare il Ticino, proponendo ai dipendenti il trasferimento a Milano, ha colpito l’opinione pubblica e suscitato reazioni forti da partiti politici e sindacati. Capisco le logiche della comunicazione politica e sindacale, ma non credo che si tratti di un fulmine a ciel sereno. Altre aziende più piccole hanno chiuso e lasciato il Ticino tra il 2015 e l’inizio di quest’anno; altre sono in procinto di farlo. Sarebbe facile individuare la causa nel rafforzamento del Franco e nelle restrizioni amministrative al rilascio dei permessi G (quelli dei frontalieri). È’ un’altra, a mio avviso, la vera causa che potrebbe portare molte imprese multinazionali a decidere, come il Gruppo Armani, di lasciare la Svizzera o nel migliore dei casi di spostarsi in altri Cantoni. Si tratta della III revisione delle imposte sulle imprese tra breve in discussione al Consiglio nazionale. Si dovranno eliminare le tassazioni speciali offerte ad alcune multinazionali con sede in Svizzera, alle società di trading, ecc. Per compensare l’eliminazione di queste tassazioni speciali, si ridurrebbe la tassazione ordinaria. Tuttavia in alcuni Cantoni, come il Ticino, la probabile riduzione manterrebbe comunque l’aliquota complessiva ad un livello molto elevato. Un’altra misura inserita nella III revisione è la riduzione dello sconto oggi concesso sul pagamento dei dividendi. Lo sconto era stato introdotto per evitare che si pagasse due volte l’imposta sullo stesso reddito: la prima volta da parte dell’impresa sugli utili la seconda da parte degli azionisti sui dividendi. Insomma questa revisione dell’imposizione sulle imprese, di cui si parla troppo poco secondo me, rischia di rendere la Svizzera assai meno attraente per gli investimenti esteri e purtroppo anche per le nostre imprese familiari. Le imprese estere decideranno probabilmente di lasciare la Svizzera, quelle familiari potrebbero invece spostarsi in Cantoni dove la tassazione ordinaria sui redditi d’impresa, sulle persone fisiche e sulle sostanze è più bassa. Possiamo reagire a questo scenario? Credo che sia possibile, anzi doveroso. Il Cantone non potrà non mettere a punto delle misure di accompagnamento che cerchino di limitare gli effetti negativi della III revisione. Queste misure di accompagnamento saranno un'ottima occasione per completare la politica industriale del Cantone, favorendo le imprese che investono nel nostro territorio con orizzonti temporali di lungo periodo, che offrono impieghi di qualità, che sostengono le imprese innovative anche con investimenti in capitale di rischio. In questa prospettiva credo sia fondamentale far leva sulle nostre imprese familiari che per loro natura sono più fedeli al territorio, puntano a investimenti di lungo periodo e investono in modo sistematico e continuo nelle innovazioni strategiche di prodotto e di processo.

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