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Banche: un Monte di problemi

di Gianfranco Fabi

  • 30 settembre 2016, 14:20
Banche: un Monte di problemi
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Venerdì 30 settembre 2016 alle 12:20

Banche: un Monte di problemi

Plusvalore 30.09.2016, 14:20

Più o meno in tutti i paesi europei il sistema bancario è in difficoltà. Al fondo ci sono grandi cambiamenti strutturali. In primo piano l’impatto delle nuove tecnologie di comunicazione che stanno modificando radicalmente le procedure di pagamento e quindi i rapporti tra le banche e i loro clienti. È poi cambiato in pochi lo scenario economico-finanziario: la crescita in Europa sembra procedere a passo di lumaca mentre la politica espansiva della banca centrale ha abbassato la struttura dei tassi di interesse portandoli in molti casi sottozero con riflessi inevitabili sui margini degli istituti di credito.

E dato che i problemi non vengono mai soli a questi due elementi, già di per sé dirompenti, si sono poi sovrapposte o aggiunte scelte generali o particolari che non hanno fatto altro che complicare la vita ai sistemi nazionali o a singole banche.

In Gran Bretagna si stanno valutando con crescente preoccupazione le ricadute che potrà avere nei prossimi mesi l’avvio del difficile negoziato per l’uscita del paese dall’Unione europea.

In Germania i due maggiori istituti, Deutsche Bank e Commerzbank, si sono trovati di fronte la prima ad una maximulta per le attività condotte negli Stati Uniti, la seconda ad un calo della redditività che porterà ad un piano di ristrutturazione con taglio di 9mila posti pari al 20% della forza lavoro.

In Svizzera e in particolare nel Ticino è ancora tutto da scrivere il futuro, se ci sarà un futuro, della BSI, coinvolta in un giro di speculazioni finanziarie in Asia e a cui l’autorità di vigilanza, la Finma, ha imposto la fine delle attività entro il maggio 2017.

In Italia vi sono difficoltà diffuse per l’alto livello dei crediti in sofferenza, ma la bomba ad orologeria che rischia di provocare maggiori problemi è quella del Monte dei Paschi di Siena, per dimensioni il terzo gruppo bancario italiano oltre ad essere, dato che è stata fondata nel 1472, la banca più antica del mondo ancora in attività. Vi è da dire che i primi cinquecento anni di attività sono stati caratterizzati da una crescita lenta e prudente mirata soprattutto al sostegno delle attività economiche e sociali della provincia di Siena e della Toscana.

I problemi sono iniziati nella seconda metà del secolo scorso quando si è fatto sempre più stretto il controllo dei partiti, e in particolare dell’allora partito comunista, forza maggioritaria nella regione. La convinzione di essere politicamente ben protetti ha poi dato via libera ai dirigenti per una politica di espansione, con acquisizioni pagate a caro prezzo forse nella logica di per far diventare la banca troppo grande per fallire.

Ora, secondo le valutazioni dell’Authority bancaria europea, il Monte non sarebbe in grado di resistere ad un eventuale accentuarsi delle difficoltà ed avrebbe comunque bisogno di almeno 5 miliardi di euro di nuovo capitale. Un aiuto da parte dello Stato appare a questo punto inevitabile: resta la curiosità di vedere con quali soluzioni la creatività italiana sarà in grado di portare a compimento un’operazione che è espressamente vietata dalle regole europee.

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