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Con Merkel IV Europa in bilico

di Adriana Cerretelli

  • 27 settembre 2017, 14:20
Angela Merkel

Angela Merkel con i membri del consiglio del suo partito alla sede dell'Unione Democratica Unita (CDU) a Berlino, il 24 settembre 2017, dopo le elezioni parlamentari

  • Keystone

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Mercoledì 27 settembre 2017 alle 12:20

Con Merkel IV Europa in bilico

Plusvalore 27.09.2017, 14:20

Dovevano chiudere in bellezza il lungo ciclo elettorale europeo per mettere finalmente in cantiere le riforme per rafforzare l'Unione: da quella dell'eurozona alla costruzione di una credibile difesa comune, a una politica condivisa su immigrazione e sicurezza. Invece di garantire, come da tradizione consolidata, la stabilità europea, questa volta le elezioni tedesche le hanno dato una brusca spallata, non si sa con quale esito finale per l'Europa.

Altro che Brexit e il temuto diluvio sulla casa europea: 15 mesi dopo l'infausto voto, la casa tiene e sono gli inglesi che non sanno che pesci pigliare.

Angela Merkel ha ottenuto il quarto mandato ma la sua riconferma alla cancelleria coincide con la resurrezione del nazionalismo tedesco senza complessi e senza veli. Una svolta storica, che sancisce la caduta di uno degli ultimi tabù del dopoguerra, aprendo una nuova fase nell'evoluzione dell'integrazione europea.
Non solo perché l'ingresso nel Bundestag di 95 deputati dell'Afd, partito di estrema destra nazionalista, anti sistema e eurofobico, come il Front National in Francia, risveglia antiche paure ma anche perché altera gli equilibri nella politica tedesca interna e quindi inevitabilmente anche in quella europea.

Se, come sembra, Merkel non riuscirà a replicare la grande coalizione con i socialdemocratici, convinti europeisti come lei, ma sarà costretta, dalla sua attuale posizione di debolezza, ad allearsi con verdi e liberali, il suo approccio all'Europa non sarà più lo stesso. Sarà più rigorista e conservatore, più introverso, meno aperto, visionario e solidale. I liberali sono diventati infatti a loro volta un partito euroscettico, contrario a rafforzamento dell'integrazione nell'euro e mutualizzazione dei rischi.

Questo significa che le ambiziose riforme dell'eurozona sognate dalla Francia di Emmanuel Macron rischiano di non decollare mai. E che l'Europa sia destinata a continuare a vivacchiare nella palude di un'inazione politica che a poco a poco ne ha eroso la credibilità interna e internazionale. E tutto questo proprio quando la ripresa economica creava finalmente le condizioni per il suo rilancio. Doveva essere la grande occasione da cogliere, purtroppo promette di rivelarsi quella clamorosamente persa.

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