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Grexit

di Adriana Cerretelli

  • 1 April 2015, 12:20
ky_Greek Prime Minister Alexis Tsipras waves as he arrives for an EU summit in Brussels on Thursday, March 19, 2015.JPG

Alexis Tsipras al summit di Brussels il 19 marzo 2015

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Plusvalore 01.04.2015, 14:20

L’agenzia Fitch avverte che oggi una nuova crisi dell’eurozona rappresenta il maggiore rischio per la stabilità dell’economia mondiale. A Berlino un deputato di spicco della Cdu, il partito di Angela Merkel, lascia per protesta contro le pressioni del Governo a favore di un salvataggio della Grecia cui da sempre si dichiara contrario. Sempre in Germania cresce il partito euroscettico Alternativa per la Germania che è già entrata in 4 parlamenti regionali e crescono anche i consensi popolari all’uscita di Atene dall’euro: sono al 52% dal 41 che erano in febbraio.

Ad Atene l’80% dei greci appoggia la determinazione con cui il Governo di Alexis Tzipras tenta di allentare la morsa dell’austerità sul paese. Dopo tre giorni di discussioni sul piano di riforme presentato al Brussels Group, l’ex-troika, i negoziati si sono impantanati: dettagli sull’attuazione troppo vaghi. Senza riforme serie, niente sblocco dei 7,2 miliardi restanti di aiuti europei. Settimana prossima la Grecia dovrà trovare 450 milioni, che apparentemente non ha, per pagare il Fondo Monetario internazionale.

In breve, lo spettro dell’insolvenza del paese si avvicina mentre le democrazie tedesca e ellenica si ritrovano con le mani legate dalle opposte pretese delle rispettive opinioni pubbliche. Ancora una volta, dunque, la governance dell’euro si conferma di fatto inagibile per ragioni che attengono ad alcuni dei principi e dei valori base su cui si fonda il modello europeo: rispetto e stabilità delle democrazie entrano in rotta di collisione, infatti, con rispetto e stabilità dell’eurozona quando entrambi sono beni fondamentali da preservare nell’interesse collettivo.

In questo difficilissimo scenario si torna ad accarezzare Grexit, nella convinzione di molti che oggi un’uscita della Grecia, grazie anche al quantative easing della Bce, non avrebbe grandi effetti contagiosi. Per attenuarne i contraccolpi geo-politici si sta già studiando come evitare che la sua uscita dall’euro comporti quella dall’Unione europea, l’unica attualmente prevista dai Trattati Ue.

Se Tzipras verrà messo con le spalle al muro per non urtare i sentimenti delle democrazie nordiche, la Grecia fallirà perché nemmeno Tzipras può permettersi di deludere fino in fondo le attese della democrazia greca che l’ha votato. Come dire che soltanto un atto di grande coraggio politico da entrambe le parti potrà evitare all’eurozona un salto nel buio. Perché, checchè se ne dica, Grexit se ci sarà non sarà una passeggiata. Per nessuno.

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