Plusvalore

Il calvario infinito del Ceta

Puro autolesionismo europeo? di Adriana Cerretelli

  • 15 febbraio 2017, 13:20
Ceta

Proteste per l'accordo di libero scambio tra Unione Europea e Canada.

  • Reuters Pictures

Plusvalore
mercoledì 15 febbraio 2017 alle 12:20

Con l'America di Donald Trump che non recede dalle sue tentazioni protezioniste e promette così di stravolgere uno dei pilastri dell'ordine del dopoguerra, quello del libero scambio, si poteva ragionevolmente pensare che l'Europa avrebbe rapidamente raddrizzato la barra della propria politica commerciale. Basta guerriglie no global, basta protezionismi sia pure mascherati dalla difesa di un modello di società messo a rischio dai mercati aperti.

Invece no.

Domani arriverà a Strasburgo il primo ministro canadese Justin Trudeau. Occasione della visita è la ratifica da parte dell'europarlamento del Ceta, l'accordo di libero scambio tra Unione Europea e Canada. Questa volta l'approvazione non dovrebbe riservare sorprese.

La rivolta della piccola Vallonia, una regione del Belgio con 3,5 milioni di abitanti, che mesi fa ha rischiato di far deragliare l'intesa, è stata superata con un accordo che le ha fatto mini concessioni più che altro utili a salvare la faccia del suo presidente Paul Magnette.

Ma evidentemente gli assalti europei al Ceta non sono ancora finiti, visto che proprio ieri è stata depositata a Strasburgo la petizione di ben 3 milioni e mezzo di cittadini contrari al patto. Non ci fossero da raccogliere, dopo quella del parlamento europeo, le ratifiche di 28 parlamenti nazionali e di 6 regionali, l'iniziativa popolare avrebbe un valore più che altro simbolico.

Non è così. La farraginosità dell'iter è tale per cui in qualsiasi momento potrebbe verificarsi l'incidente fatale: per poter entrare in vigore il Ceta ha bisogno dell’unanimità delle ratifiche. Se saltasse, per l'Europa sarebbe un clamoroso autogol. Per due ragioni.

L'accordo con il Canada, al contrario dei negoziati saltati con gli Stati Uniti sul Ttip, accoglie infatti quasi tutte le richieste UE a tutela del suo modello di società e di sviluppo. Bocciarlo sarebbe dunque una perdita secca. Il protezionismo di Trump e la sua dottrina dell'America First, poi, sta spingendo l'Europa ad accelerare su altri accordi commerciali con Asia, Cina e paesi del Golfo. Con quale credibilità negoziale se il Ceta saltasse?

Ti potrebbe interessare