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Il ranking delle Università di Shanghai 2014

Bene la Svizzera nelle scienze esatte, male nelle scienze sociali, di Fabrizio Zilibotti

  • 2 April 2015, 12:20
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Loeb House in Harvard Yard

  • Courtesy pagina FaceBook Hardvard University (Stephanie Mitchell/Harvard Staff Photographer)

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Plusvalore 02.04.2015, 14:20

Dal 2011, la Jiaotong University di Shanghai pubblica su base annuale un ranking mondiale delle università, disaggregato per aree disciplinari. Come tutti gli indici sintetici, questo esercizio ha i suoi limti. Tuttavia, gli addetti ai lavori ne riconoscono la reputazione.

In generale, buone notizie per la Svizzera. La confederazione ha il numero più alto di università di èlite per abitante. In termini assoluti, cinque università elvetiche, ovvero i due politecnici federali e le università di Zurigo, Basilea e Ginevra, sono tra i 100 migliori atenei del mondo. In Europa, solo il Regno Unito ha un numero maggiore di istituzioni di élite. Ma è anche un paese molto più grande. Molto, molto lontane la Germania e la Francia. Spagna ed Italia non pervenute.

Non si tratta di piccoli trofei cari ad una sparuta minoranza accademica rinchiusa nelle torri d’avorio. La qualità della ricerca universitaria ha un elevato rendimento sociale, misurabile per esempio dall’effetto dei centri accademici di eccellenza sull’innovazione ed il numero di brevetti prodotto da imprese ed università nelle regioni limitrofe. Ha inoltre un’importanza enorme per la qualità della docenza. Lo testimonia il fatto che nei paesi dove vi è competizione tra le diverse istituzioni, gli studenti ambiscono ad entrare nelle università che ospitano i miglior centri di ricerca, siano essi Harvard, MIT e Stanford negli Stati Uniti, oppure Cambridge, Oxford, University College London ed Imperial College nel Regno Unito. Lo testimonia l’enorme popolarità del politecnico di Zurigo tra i migliori studenti europei, che sanno che una laurea in quella istitu-zione apre le porte del futuro. Queste sono precisamente le istituzioni leaders nel ranking di Shanghai.

Se scendiamo allo specifico delle varie discipline, scopriamo che vi è una dicotomia nel grado di successo delle istituzioni elvetiche. La Svizzera fa molto bene nelle scienze esatte, soprattutto grazie al politecnico di Zurigo che è tra i leader mondiali in chimica, fisica, matematica, scienze informatiche, ed anche ben posizionato in ingenieria.

Quando si passa alle scienze economiche e sociali, i risultati sono meno lusinghieri. Harvard, Chicago, MIT, Berkeley e Princeton, guidano la fila. In queste istituzioni si formano le future élite economiche e finanziarie. Non vi è invece alcuna istituzione elvetica tra le migliori 50 del mondo, e solo l’Università di Zurigo entra tra le prime 100.

Che cosa spiega i risultati mediocri nelle scienze economico-sociali? Avendo vissuto esperienze accademiche in cinque paesi diversi, vedo due problemi. Il primo è il tentativo di trasporre la cultura del laboratorio alle scienze sociali. Questo approccio non potrà mai sostituirsi all’unico metodo possibile nelle scienze sociali, che è quello di costruire teorie rigorose, e sottoporle al vaglio dei test empirici con dati economici reali. La distribuzione delle risorse tra laboratori e programmi di dottorato, per esempio, andrebbe ripensata radicalmente. L’altro aspetto, specialmente critico nei cantoni di lingua tedesca, è l’eccesso di gerarchia, tanto nelle relazioni tra docenti, quanto soprattutto tra docenti e giovani ricercatori. I dipartimenti anglosassoni molto più orizzontali, flessibili e dinamici, e meno dominati da singole personalità. I modelli organizzativi e la cultura accademica sono, insomma, non meno importanti delle ri-sorse economiche.

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