Plusvalore

L'Expo e la sfida dell'economia sostenibile

di Gianfranco Fabi

  • 9 ottobre 2015, 14:20
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La scultura "Albero della vita", Expo Milano

  • Keystone

Plusvalore
Venerdì 09 ottobre 2015 - 12:20

Siamo ormai agli ultimi giorni di un Expo 2015 di Milano che ha suscitato una sempre più ampia partecipazione di pubblico con un risultato complessivamente positivo nonostante le perplessità e i timori della vigilia e dei primi giorni dell'evento. I bilanci è giusto trarli alla fine, ma é indubbio che l’interesse é stato crescente anche per il padiglione della Svizzera, un padiglione che ha ottenuto forti consensi di critica e di pubblico e che ha festeggiato alla fine di settembre il milione e mezzo di visitatori.

Al di là dei numeri e degli aspetti di stretta cronaca ci sono due elementi di fondo che vanno sottolineati per l'intera esposizione. Da una parte il successo di pubblico è stato dovuto a un mix fortunato che ha saputo mettere insieme gli aspetti popolari di festa di paese con quelli dell’utilizzo delle tecnologie più avanzate, così come il fascino di poter fare in poche ore un viaggio intorno al mondo insieme ad un richiamo alla riflessione sui temi dell'equilibrio ambientale e dell'alimentazione.

Il secondo aspetto è stata la verifica di come siano possibili e praticabili anche in un evento limitato nel tempo, strategie di rispetto dell'ambiente, di valorizzazione delle risorse, di razionale sfruttamento dell'energia e, non ultimo, della capacità di limitare gli sprechi nella vita quotidiana.

Possiamo dire che con questo Expo sono entrate nella riflessione sulle strategie economiche quattro espressioni particolarmente significative.

La prima è la sostenibilità, cioè la capacità di limitare al massimo sia i consumi di energia, sia le emissioni derivanti dagli scarichi, dai rifiuti, dagli scarti che ogni convivenza umana necessariamente comporta.

La seconda espressione è per dirla all'inglese come è di moda, "circular economy", l’economia circolare, un'economia basata sulla possibilità di potersi rigenerare da sola, di sfruttare elementi a basso impatto ambientale, di porre in atto interventi che se non annullano almeno compensano le emissioni potenzialmente nocive.

Il terzo elemento è la politica contro la logico dello scarto. Partendo da scelte ormai largamente condivise e praticate come la raccolta differenziata e la depurazione delle acque di scarico, ma aggiungendo a queste una gestione ordinata delle rimanenze alimentari quotidiane (particolarmente importanti per un evento dove vengono serviti almeno 200mila pasti al giorno). È infatti alla chiusura dei padiglioni i volontari del Banco alimentare, un’associazione non profit, ritirano il cibo non utilizzato per consegnarlo agli enti di beneficienza, alle mense dei poveri, alle organizzazioni di assistenza in modo da che nulla, per quanto possibile, vada sprecato.

Il quarto e ultimo elemento è costituito dal modello di "Smart city" , la città intelligente, ipertecnologica, ma anche semplice e, se possibile, simpatica. Un obiettivo molto ambizioso che peraltro ha mostrato qualche punto di debolezza: con un sistema di prenotazione più evoluto si sarebbero potute evitare le code troppo lunghe per alcuni padiglioni, come quelli della Germania e del Giappone, code che stanno caratterizzando queste ultime settimane. Anche se in fondo, nell’era frenetica che stiamo vivendo, puó essere anche positivo riscoprire la lentezza, la pazienza e la cordialità. Magari facendo quattro chiacchiere con chi ti sta a fianco, casualmente, per qualche minuto o per qualche ora.

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