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La famiglia è una fonte di valori che rafforza l’impresa

di Gianluca Colombo

  • 14 March 2017, 12:20
La famiglia è una fonte di valori che rafforza l’impresa
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Martedì 14 marzo 2017 alle 12:20

Mi è capitato recentemente di recensire un articolo proposto a una conferenza internazionale. Gli autori argomentavano che forti e radicati valori professati a livello di famiglia proprietaria forniscono un solido vantaggio competitivo all’impresa familiare. Erano discussi due interessantissimi casi svizzeri: quello della famiglia Elsener, che controlla Victorinox (la nota marca globale di coltellini svizzeri) e quello della famiglia Pfenniger, che controlla Trisa, importante produttore di dentifrici e altri prodotti per la cura del corpo. Entrambe sono alla quarta generazione; ciò che più le caratterizza è la radicata fede religiosa che non si limita ad animare la vita familiare ma si traduce nella cultura d’impresa, che è vista come comunità di lavoro governata dalla famiglia proprietaria nell’interesse degli azionisti, dei lavoratori e del territorio. Questi valori hanno guidato le due imprese attraverso quattro generazioni d’innovazioni imprenditoriali. Ad esempio Victorinox è diventato un marco globale che dai classici coltellini si è steso a una gamma articolata di prodotti. Le due imprese hanno attraversato gravi periodi di crisi riuscendo sempre, attraverso l’innovazione, a trovare soluzioni che rispettassero l’idea centrale dell’impresa come comunità di lavoro, condotta nell’interesse di tutti i partecipanti e dei territori dove opera. Le crisi non si sono tradotte quindi in tagli di organico ma in occasioni d’innovazione imprenditoriale.

Perché la cultura familiare (in questo caso cristiana) gioca un ruolo importante nel governo dell’impresa familiare? Perché, in genere, famiglia e impresa sono istituzioni che seguono logiche distinte, talvolta divergenti. Nella famiglia, ad esempio, le persone sono trattate con criteri di equità e il merito conta meno. Nell’impresa il merito prevale spesso sull’equità. Quando una forte cultura familiare si traduce in cultura d’impresa, le due logiche divergono meno e diventano compatibili. Ad esempio, gli azionisti si considerano proprietari del capitale e non dell’impresa, verso la quale esercitano in modo responsabile le prerogative di governo, indirizzandola a obiettivi economici di lungo periodo.

È possibile quindi superare ogni tensione e ogni difficoltà? Non proprio. Ad esempio, l’impresa deve cercare di attirare e trattenere i migliori talenti; una cultura d’impresa così impegnativa richiede di verificare non solo la qualità delle persone ma anche la loro compatibilità culturale. Quest’ultimo aspetto può a volte creare situazioni delicate.

Nei casi illustrati dall’articolo, la cultura familiare è improntata ai valori cristiani. Ovviamente anche culture d’altro tipo, religiose e non, possono svolgere lo stesso ruolo. Quello che importa è che la famiglia proprietaria sia animata da un nucleo di valori forti che guida non solo le relazioni familiari ma anche il modo di svolgere la funzione proprietaria e quella di governo. Una cultura, insomma, che congiunge famiglia e impresa in un complesso più armonioso e meno conflittuale.

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