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La responsabilità sociale delle imprese familiari

di Gianluca Colombo

  • 25 aprile 2017, 14:20
La responsabilità sociale delle imprese familiari
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Martedì 25 aprile 2017 alle 12:20

La politica ticinese sembra aver messo al centro dei propri interessi la responsabilità sociale delle imprese. Già lo scorso anno la nuova legge sull’innovazione (nLInn) aveva introdotto la responsabilità sociale come requisito per accedere ai benefici del sistema regionale d’innovazione.
Più di recente, il Gran Consiglio ha approvato una revisione della legge sulle commesse pubbliche (LCPubb) che introduce la necessità per le imprese di dimostrarsi socialmente responsabili se desiderano partecipare alle gare per i mandati della pubblica amministrazione. Sembra quindi che, per avere cittadinanza in Ticino, le imprese debbano raggiungere standard di responsabilità sociale, contribuendo così non solo alla creazione di ricchezza, ma anche al benessere dei lavoratori e dei territori nei quali operano. Poiché oltre il 70% delle imprese ticinesi è familiare, è quindi utile domandarci se le aziende familiari siano ben posizionate per rispondere a tali standard.
Recenti ricerche mostrano un panorama con luci e ombre. Le aziende familiari sono ben radicate nei propri territori e attente alla propria reputazione anche perché il buon nome della famiglia è spesso legato alle sorti dell’impresa. Le famiglie controllanti investono in prospettiva di lungo periodo e sono quindi meno sensibili ai profitti immediati che spesso confliggono con la responsabilità sociale.
Nei confronti con le imprese non familiari, quelle familiari sono tuttavia spesso penalizzate proprio sulla responsabilità sociale. Perché questo avviene? Occorre considerare una dimensione centrale della responsabilità sociale che spesso si tende a sottovalutare; si tratta delle pratiche di governo economico (corporate governance). Un’impresa socialmente responsabile deve anche adottare pratiche di buon governo che prevedono ad esempio il rispetto dei diritti delle minoranze e un efficace funzionamento dei consigli d’amministrazione (CDA). Come sappiamo i CDA fanno da cerniera tra gli azionisti (nel nostro caso familiari) e il management dell’impresa. Sono i custodi dell’impresa anche nell’interesse dei suoi interlocutori sociali (lavoratori, clienti, fornitori, ecc.). Le famiglie proprietarie hanno a cuore il futuro delle proprie imprese ma sottovalutano spesso il ruolo centrale dei consigli d’amministrazione. Migliorare la governance delle nostre imprese familiare è una sfida resa oggi attuale dall’orientamento politico che sembra prevalere in Ticino. L’AIF Ticino (associazione delle imprese familiari ticinesi) organizza proprio su questo tema un workshop che si terrà all’USI il prossimo 3 maggio. Credo sia un’occasione preziosa per riflettere sui vantaggi che buoni consigli d’amministrazione possono offrire non solo alle famiglie proprietarie (ad esempio durante i passaggi generazionali) ma anche all’insieme degli interlocutori sociali delle imprese.

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