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Labor demand

di Vincenzo Galasso

  • 19 dicembre 2014, 13:20
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Natalino Vassalli, l'ultimo pescatore di Riva oramai in pensione, accanto a 'Piranha' la sua barca

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Plusvalore 19.12.14

Plusvalore 19.12.2014, 13:20

Come già in molti altri paesi, anche in Svizzera una riforma previdenziale sembra essere in arrivo. E come altrove l’elemento cardine della riforma sarà l’aumento dell’età previdenziale. Inevitabile, secondo molti, visti gli enormi incrementi della longevità. Dagli anni '60, infatti, abbiamo iniziato a vivere molto più a lungo, e, malgrado ciò, ci siamo concessi il lusso di andare in pensione prima. All’allungamento della vita biologica si è accompagnato l’accorciamento della vita lavorativa.

Questi due fenomeni hanno pesato sulle finanze pubbliche, soprattutto sulla spesa previdenziale, e siamo dunque arrivati alla necessità di riformare il sistema previdenziale per ottenere – lentamente ma inesorabilmente – un aumento dell’età di pensionamento.

Riforme simili, implementate in Germania, Svezia, Spagna, Italia, hanno seguito un modus operandi comune: ridurre la generosità dei benefici previdenziali in caso di pre-pensionamento ed aumentare l’età minima di pensionamento. Queste misure di riforma sono in perfetta sintonia con i risultati delle ricerche scientifiche degli ultimi venti anni, che mostrano come le scelta di pensionamento siano legate a motivazioni soprattutto finanziarie, ma anche familiari e di salute. La drastica riduzione degli incentivi per i lavoratori anziani ad andare in pensione appena possibile sembrerebbe quindi essere la scelta giusta.

Tuttavia, non sempre sono i lavoratori a scegliere di lasciare il posto di lavoro prima dell’età normale di pensionamento. In alcuni casi, la decisione è indotta dai datori di lavoro. Nelle imprese in cui il salario aumenta con l’età del lavoratore, ovvero in quasi tutte, i lavoratori con più di 55 anni sono i più costosi, ma non sempre quelli con la produttività più elevata. Per evitare di doversi accollare questo costo, o di doverli licenziare, le imprese hanno quindi un forte interesse a spingere i lavoratori anziani meno produttivi verso il pensionamento anticipato.

In molti paesi europei, l’introduzione, negli anni '70 ed '80, di generosi schemi di prepensionamento pubblico ha quindi messo d’accordo lavoratori anziani, sindacati ed imprese – il tutto a carico del contribuente, a cui è toccato di pagare contributi previdenziali sempre più elevati. Ma studi recenti mostrano che un simile meccanismo era in atto anche in Svizzera, attraverso il secondo pilastro. Prima dell’attuazione degli accordi bilaterali con l’Unione Europea del 2002, molte imprese hanno fatto leva sul pre-pensionamento per ottenere un ringiovanimento della forza lavoro ed un aumento della competitività.

Queste soluzioni appartengono ormai al passato. L’invecchiamento della popolazione e l’aumento della spesa previdenziale ci costringeranno a lavorare più a lungo.

Ma cosa accadrà nei prossimi decenni, quando molti baby-boomers si ritroveranno prossimi alla pensione? Come faranno le imprese, non potendo ricorrere ai pensionamenti anticipati, a gestire un personale ingrigito, costoso e possibilmente anche poco produttivo? Le dinamiche demografiche impongono un cambio di paradigma sia per i lavoratori che per le imprese.

Studi recenti mostrano infatti che la produttività dei lavoratori anziani può rimanere elevata – a beneficio soprattutto degli stessi lavoratori. Continuare a lavorare può rappresentare un antidoto per frenare l’inevitabile riduzione delle capacità cognitive, quali la memoria, le capacità dialettiche ed analitiche.

A loro volta, le imprese dovranno imparare a gestire le pantere grigie. Diverse multinazionali stanno già sperimentando programmi interni per aiutare i lavoratori a conservare la forma fisica anche con il passare degli anni. Tuttavia, oltre a mantenere la produttività dei lavoratori anziani, sarà necessario anche rivederne il costo del lavoro, che in molti paesi europei aumenta troppo con la seniority. La difficile battaglia su questo fronte è solo agli inizi.

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