Plusvalore

Le donne votano su Venere, gli uomini su Marte

di Vincenzo Galasso

  • 20 May 2016, 12:20
Clinton vs Trump
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Venerdì 20 maggio 2016 - 12:20

L’8 novembre avrà luogo l’evento politico dell’anno: le elezioni Presidenziali Americane. Dopo i risultati delle elezioni primarie che si sono già tenute in molti stati americani, si delinea una sfida inedita.

Sul fronte democratico, Hilary Clinton. Grande favorita sin dall’inizio delle primarie, ma lo era stata anche 8 anni fa, quando fu sconfitta da Barack Omaba, Hilary è sostenuta dall’establishment del partito democratico, conosce bene la Casa Bianca, dove ha vissuto al fianco del marito Bill per 8 anni, ma non è molto amata dal grande pubblico.

Sul fronte repubblicano, Donald Trump. L’eccentrico multimiliardario non è per nulla amato dall’establishment del suo partito. Anzi molti si sono chiesti ad alta voce, se quello repubblicano sia effettivamente il suo partito. Con il suo stile a tratti estremo e dissacrante, sempre camaleontico, Trump è criticato e perfino odiato dagli intellettuali e da molti media moderati, ma sembra affascinare la classe media americana. A questa pancia degli Stati Uniti, composta soprattutto da uomini con bassi livelli di istruzioni, che hanno visto il loro tenore di vita peggiorare nell’ultimo decennio, Trump vende un sogno: quello di ritornare ad essere una fascia della popolazione importante nel loro paese.

Con due contendenti così diversi a fronteggiarsi, che campagna elettorale dobbiamo aspettarci? È noto che le campagne presidenziali americane rappresentano un grande show. La parola d’ordine è “persuasion.” Persuasione per mobilitare la propria base elettorale, e convincerla ad andare alle urne. Persuasione per convincere la base elettorale dell’avversario a non andare alle urne. E persuasione nei confronti degli elettori indecisi, per convincerli a votare per noi e non per l’avversario. In questa grande campagna di “political persuasion,” i candidati riversano un’impressionante quantità di risorse.

Una delle scelte più importanti in questa lotta politica riguarda il tono della campagna elettorale. Ci si interroga sul quando e come dosare i messaggi positivi, che danno un’immagine rassicurante e positiva del proprio candidato, e quelli negativi, in cui il candidato rivale è spesso violentemente attaccato. Gli spin doctors, ovvero i guru delle campagne elettorali, sembrano favorire la pubblicità negativa, soprattutto nei giorni immediatamente precedenti alle elezioni e quando il risultato è in bilico.

Ma un recente studio, che sfrutta due esperimenti svolti in due elezioni comunali in Italia, suggerisce che l’efficacia delle campagne elettorali – positive o negative – possa dipendere dalle caratteristiche degli elettori. In particolare, le donne sembrano essere maggiormente convinte dalle pubblicità elettorali con messaggi positivi, mentre gli uomini prestano maggior attenzione ai messaggi negativi.

Ed in effetti, fin qui, Donald Trump ha decisamente preferito i messaggi negativi, guadagnando popolarità soprattutto tra gli uomini. Se Hilary Clinton scegliesse una campagna elettorale con messaggi positivi e propositivi, la corsa elettorale alla Casa Bianca tra un candidato ed una candidata potrebbe creare una divisione di genere anche nell’elettorato. Poiché le donne sembrano votare su Venere, ma gli uomini su Marte.

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