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L’attività economica è indotta soprattutto dai salari

di Sergio Rossi

  • 4 maggio 2015, 14:20
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La consegna delle firme per la petizione "Salviamo il lavoro in Ticino" dei Verdi

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Plusvalore 04.05.15

Plusvalore 05.05.2015, 14:20

Il popolo ticinese sarà chiamato a esprimere il proprio voto sull’iniziativa dei Verdi per l’introduzione di salari minimi differenziati secondo il ramo di attività dei lavoratori. Se questa iniziativa sarà accettata in votazione popolare, la Costituzione cantonale verrà modificata, inserendovi il diritto, per ogni lavoratore, di ricevere un salario minimo che gli assicuri un tenore di vita dignitoso. Nei casi in cui non esiste un contratto collettivo di lavoro che garantisca un salario minimo, sarà il Consiglio di Stato a doverlo fissare considerando il salario mediano nazionale per il tipo di attività in questione.

Dato che il salario mediano nazionale è di circa 6000 franchi lordi il mese, il Consiglio di Stato ticinese dovrebbe decidere che il salario minimo corrisponda al 50 per cento, in generale, del salario mediano nazionale nel campo di attività considerato. In effetti ciò permetterebbe di avere un salario minimo di 3000 franchi lordi mensili, ossia il 60 per cento del salario mediano ticinese.

Gli ambienti padronali e le associazioni di categoria che insorgono contro l’avvento di salari minimi nell’economia ticinese dimenticano spesso e volentieri che le attività nel campo economico sono indotte dalla spesa dei salari nel mercato dei prodotti. Non si può infatti pretendere che vi siano delle attività economiche profittevoli per le imprese se si fa astrazione dai salari versati all’insieme dei lavoratori (più o meno qualificati). I profitti delle aziende, in qualsiasi campo di attività, dipendono in sostanza da quanto i lavoratori – che sono anche dei consumatori – decidono di spendere nel mercato dei prodotti di ogni genere.

È vero che la crescita economica può anche essere indotta teoricamente dalla spesa dei profitti, quando questi sono investiti per la produzione di beni e servizi. Tuttavia, il regime della finanziarizzazione nella quale si trova il mondo intero offre una evidenza empirica inequivocabile a questo riguardo, giacché la maggior parte dei profitti finisce nei mercati finanziari alla ricerca di rendite puramente finanziarie, ossia scollegate da qualsiasi tipo di produzione. In effetti, come mostra il caso statunitense, se le famiglie devono indebitarsi perché il loro stipendio è insufficiente per garantire loro un tenore di vita dignitoso, la crescita economica dipende dal rigonfiamento di bolle creditizie.

Il popolo ticinese non dovrà dunque lasciarsi trarre in inganno: chi pretende che con i salari minimi differenziati in base al ramo di attività l’economia ticinese peggiorerà sia la propria situazione sia il livello di impiego dei lavoratori residenti ignora volutamente o per negligenza che “i lavoratori spendono quanto guadagnano, mentre le imprese guadagnano ciò che spendono” nel mercato del lavoro. Questa “legge del circuito” è indiscutibile sul piano macroeconomico, come sanno i politici e gli imprenditori accorti – che faticano tuttavia a far sentire la loro voce nella cacofonia assordante alimentata dai poteri forti.

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