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Nuovi aiuti alla Grecia

di Fabrizio Zilibotti

  • 26 maggio 2016, 14:20
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Giovedì 26 maggio 2016 - 12:20

Nuovi aiuti alla Grecia

Plusvalore 26.05.2016, 14:20

L'Eurogruppo ha dato la luce verde al rinnovo degli aiuti alla Grecia. Gli aiuti verranno in due tranche, la prima a giugno di 7,8 miliardi, la seconda di 2,5 miliardi nei mesi successivi. Si tratta dell’ennesimo compromesso tra coloro che chiedevano di tagliare fin da subito il debito, e la Germania che a tale misura si oppone. Il compromesso contiene l'impegno a ridurre i pagamenti di interessi sul debito al di sotto del 15% del pil a medio termine e al di sotto del 20% a lungo termine. Nessun taglio del debito almeno fino al 2018. Il Fondo Monetario Internazionale aveva proposto una soluzione ben più generosa, che avrebbe liberato la Grecia dai pagamenti dovuti fino al 2040.

Chi ha ragione? Il debito greco, detenuto nella quasi totalità da istituzioni internazionali, ha raggiunto il 177% del PIL. Non è realistico pensare che questo debito sia ripagato. Stabilire poi un tetto del 15% all’onere degli interessi non è generoso. Per un paese che stenta ad uscire dalla crisi, si tratta di un onere gravoso. Il ripagamento è un simulacro in cui nessuno crede, anche se Merkel e Scheuble vogliono far credere ai tedeschi di essere dei duri così da limitare l’onda dilagante dell’estrema destra.

Il ragionamento del Fondo Monetario è in linea con quello di un recente studio da me condotto insieme a due coautori all’università di Oslo. Utilizziamo il concetto di debt overhang, che tradurrei come eccesso di peso debitorio. Quando un paese si trova oberato da un ripagamento eccessivo, perde gli incentivi a fare le riforme, dato che queste sono percepite dagli elettori, non sempre a torto, come un regalo ai creditori. Anziché insistere sul pagamento degli interessi, meglio tagliare il debito, oppure azzerare i pagamenti degli interessi per un periodo sufficientemente lungo in cambio di un piano credibile di riforme economiche. La differenza con l’attuale strategia dell’Eurogruppo non è piccola. Se si costringe la Grecia a onorare il debito, l’enfasi sarà su nuove misure impopolari di austerità fiscale tese a rastrellare fondi. Vi sono invece riforme strutturali che non producono risorse fiscali nell’immediato, ma che possono contribuire a promuovere l’aspettativa di crescita. Un esempio sono le riforme del mercato del lavoro o la promozione della concorrenza.

Una moratoria prolungata accompagnata da un piano di aiuti in cambio di tali riforme strutturali non può che essere meglio di strangolare la Grecia con ulteriore austerità. Tsypras potrà non essere ideologicamente amico di certe riforme necessarie, ma è pur vero che finora si è rivelato serio ed affidabile. Anche grazie a lui, Grexit è lontana. E Tsypras sarà certamente meglio disposto a scontentare parte della sua base con politiche che rimettano in moto mercato e crescita che non a soggiacere a richieste di fungere da esattore della Trojka.

La Germania farebbe poi bene a ricordare l’enorme costo che la Grecia sta pagando per un problema che è tutto men che greco. I flussi turistici sono sconvolti dalla crisi migratoria che il popolo Greco sta affrontando con molta più dignità e compostezza di quanto non facciano i ricchi cittadini di Austria e Germania. Per tacere di Merkel e Scheuble, tanto duri con Tsypras e la Grecia quanto compiacenti e servili verso un dittatore subdolo e potente come Erdogan.

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