Plusvalore

Obtorto collo

di Mauro Baranzini

  • 1 settembre 2015, 14:20
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Martedì 1. settembre 2015 - 12:20

Obtorto collo. Nel linguaggio comune indica l’accettazione contro la propria volontà, di imposizioni esterne. Nel linguaggio anglosassone si direbbe ‘con una pistola alla tempia’. Ma il latino è molto più bello e raffinato. Bene. La Banca dello Stato del Cantone Ticino (di proprietà dello Stato, cioè di noi tutti) ha firmato un accordo con le autorità fiscali dell’unica superpotenza rimasta al mondo; un accordo che per 3,4 milioni di dollari circa le permetteranno di chiudere la vertenza dei circa 150 conti aperti da cittadini americani presso detta banca. Magari cittadini che hanno anche il passaporto svizzero, o di altra nazione, e che non vivono necessariamente nel Nord America. A questo si aggiunge la fattura per le spese legali per altri 3 milioni, il che porta la fattura che Bancastato dovrà versare alla detta superpotenza a 6 milioni di franchetti circa. La dirigenza Bancastato asserisce che mai ha sollecitato cittadini di detta super-potenza ad evadere il fisco e a portare i propri capitali non dichiarati a Lugano o a Bellinzona, o magari a Airolo. E ci credo. Come ho creduto a un importante figura politica ticinese, di grande levatura, rigore ed onestà, che ci diceva come vent’anni or sono, ai tempi della controversia sui fondi ebraici, una schiera di bancari rampanti di New York era venuta a rivoltare come un calzino gli archivi dell’allora Banca dello Stato del Cantone Ticino, senza trovare alcuna traccia di maltolto. Capirete se la Banca dello Stato del nostro Cantone si sia macchiata di crimini simili. Ma questi controllori di New York emettevano fatture di fr. 500 all’ora per i loro ‘servizi’, ovviamente pagati dall’Associazione Bancaria Ticinese. Per milioni e milioni di franchi.

Chi scrive è sempre stato severo con le Banche svizzere, e non solo, che si sono comportate in modo non corretto. Ma non può esimersi dal porsi due domande. Primo. Non toccherebbe forse alle autorità fiscali e politiche dei Paesi che hanno preso di mira la piazza finanziaria svizzera, fare in modo che i loro contribuenti non evadano, o non eludano, il loro fisco, piuttosto che di prendersela con le banche di altri Paesi? Non toccherebbe a loro creare le condizioni affinchè i loro cittadini, o mezzi cittadini se hanno due passaporti, non siano spinti a portare i loro soldi altrove? Secondo: certo, l’unica superpotenza rimasta al mondo (ma sarà proprio vero?) ha i cannoni più grossi, e controlla tutto il sistema internazionale dei pagamenti in dollari, di modo che potrebbe mettere in ginocchio qualsiasi Paese che gli si mettesse di traverso. Ma è questa una lezione di democrazia e di rispetto reciproco? Intanto, sei milioni di franchetti, se ne stanno andando dalla Svizzera, e mancheranno allo Stato e al contribuente ticinese. Circa 20 franchi a cranio; certo, meno di quelli che ci sono costati con i giochetti di un ex-presidente Bancastato anni fa. Ma è una magra consolazione.

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