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Riformare il diritto successorio? Il punto di vista delle imprese familiari

di Gianluca Colombo

  • 1 dicembre 2015, 13:20
diritto successorio impresa famigliare
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Martedì 1. dicembre 2015 - 12:20

Dal punto di vista delle famiglie imprenditoriali i modelli successori sono sostanzialmente tre: quello integrativo, quello rappresentativo e quello selettivo. In un recente articolo pubblicato dal Family Firm Institute, commentando la riforma del diritto successorio argentino, l’avv. Leonardo Glikin, descrive con chiarezza i tre modelli e soprattutto le loro implicazioni per le imprese familiari. Il modello selettivo è quello che consente al predecessore di decidere chi prenderà la guida dell’impresa di famiglia. A noi richiama l’idea della primogenitura, molto diffusa nelle società contadine; è del tutto evidente che non necessariamente il figlio più anziano debba essere anche il più adatto a succedere nel governo dell’impresa. Comunque il modello selettivo non implica né una preferenza di genere, né è qualche forma di primogenitura. Dal punto di vista dell’impresa il modello selettivo è preferibile, perché favorisce una concentrazione di poteri rendendo l’impresa più dinamica, competitiva e, quindi, longeva. Il modello integrativo considera l’impresa come parte della comunità familiare. In principio, membri della famiglia partecipano al governo dell’impresa controllata seppure con diversi ruoli anche in base alle aspirazioni e alle qualità dei singoli. Questa visione comunitaria è adatta alle imprese più piccole e soprattutto alle famiglie dove i legami non solo di parentela ma anche emotivi e culturali sono più forti. Quando la famiglia si allarga col passare delle generazioni, se anche l’impresa cresce in modo adeguato, prevale il modello rappresentativo, dove la guida strategica dell’impresa è affidata a un familiare (o anche a un esterno) che rappresenta la comunità familiare, servendone gli obiettivi e le aspirazioni. Questi ultimi due modelli implicano una forte coesione della famiglia (che appunto si percepisce come una comunità) ma anche l’educazione dei familiari ai compiti e alle responsabilità della funzione proprietaria. Anche per questi scopi è stata fondata in Ticino l’Associazione delle imprese familiari (AIF Ticino). Per quanto coesa sia la proprietà dopo qualche generazione è inevitabile affrontare il problema di ridurre il numero dei proprietari. Qui entra in gioco il diritto successorio che in alcuni Paesi consente la libera scelta del successore, in altri (tra cui la Svizzera) tale libertà è fortemente limitata dal principio di equo trattamento degli eredi. Ovviamente grandi sostanze consentono sia di rispettare il criterio di equità sia di scegliere il successore migliore per l’azienda. Se invece l’unica sostanza è rappresentata dal capitale aziendale ecco che il nostro diritto successorio tende a favorire il modello integrativo o quello rappresentativo, meno adatti a gestire con successo l’impresa per tempi lunghi. Per questo sarebbe opportuno rivedere il diritto successorio così da lasciare maggiori gradi di libertà nella scelta del successore quando l’eredità riguarda quote di proprietà di un’azienda. Non dimentichiamo che le imprese familiari rappresentano oltre il 70 per cento delle imprese svizzere. Per tutte la successione è un passaggio delicato. Se le norme vigenti non consentono di dare alle imprese familiari la migliore guida, è l’intero sistema economico a soffrire.

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