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Trump e le imprese familiari

di Gianluca Colombo

  • 17 gennaio 2017, 13:20
Donald Trump

Donald Trump

  • Reuters

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Martedì 17 gennaio 2017 alle 12:20

Tra pochi giorni, prenderà il via la nuova amministrazione Trump. Nei due mesi successivi alle elezioni presidenziali sono fioriti i commenti degli economisti: quali effetti avrà il programma del nuovo presidente sull’economia americana, rispettivamente mondiale. Non ho tenuto un conto preciso dei favorevoli e dei contrari; mi pare che i più prevedano a lungo termine conseguenze negative, anche se a breve il pacchetto di tagli alle imposte e d’investimenti infrastrutturali potrebbe avere l’effetto di spingere la crescita del PIL. Secondo Trump si potrebbe arrivare anche al 5%. Altri commentatori prevedono effetti, per lo più negativi, sull’economia globale; il protezionismo del nuovo presidente potrebbe ridurre il commercio internazionale, penalizzando soprattutto i Paesi emergenti (ma anche la Svizzera che sappiamo vive di esportazioni). Una buona sintesi è quella proposta da Luigi Zingales (Università di Chicago): Trump sarà pro-business ma non pro-mercato. Proviamo a capire quali effetti potrà avere la nuova presidenza sulle imprese familiari, che anche negli USA rappresentano la maggior parte dell’economia privata. Le imprese familiari sono soprattutto piccole e medie; negli USA sono in genere più piccole che nell’Europa continentale. Sono inoltre molto radicate nel territorio poiché le famiglie dei proprietari vivono spesso vicino alle fabbriche; non è raro che azionisti, dirigenti, quadri e operai risiedano nel raggio di pochi chilometri dalla sede aziendale. Da questa prossimità fisica derivano relazioni che spesso trascendono quelle puramente gerarchiche e organizzative. Insomma le persone che con vari ruoli e responsabilità animano le imprese familiari si conoscono spesso molto bene (soprattutto se si tratta di piccole imprese). Queste imprese dovrebbero essere favorevoli alle politiche pro-business di Trump; un po’ di protezionismo potrebbe ridare fiato a imprese, territori e famiglie messe in difficoltà dalla globalizzazione. Anche alcune imprese di grandi dimensioni sembrano rispondere positivamente alle proposte del nuovo presidente. Si pensi alla recente decisione di Ford di tornare a investire negli USA, tagliando progetti in Messico. Ford and FCA sono buone cittadine, mentre GM è pre-globalizzazione. Questo è in sintesi il giudizio di Trump. Parrà strano ma Ford e FCA sono ancora aziende familiari sia pure di grandissime dimensioni, mentre non lo è GM. Dobbiamo allora concludere che le aziende familiari, sia piccole, sia grandi, saranno supporter della nuova amministrazione? Non ne sono così sicuro. Una caratteristica comune a tutte le imprese familiari è l’orientamento di lungo periodo; le loro scelte spesso prendono in considerazione scenari plurigenerazionali. Una politica pro-business ma contro il mercato potrà dare qualche risultato positivo a breve, ma certamente avrà un impatto negativo nel medio e lungo periodo, poiché il protezionismo scoraggia l’innovazione e la crescita della produttività che sono gli unici ingredienti in grado di promuovere uno sviluppo sostenibile. Le imprese familiari sanno che non potranno prosperare a lungo in un’economia la cui crescita odierna è l’anticamera della crisi futura.

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