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We never had it so good

di Mauro Baranzini

  • 21 October 2014, 12:20
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Maurice Harold MacMillan in una foto del 1953

  • Wikipedia

Plusvalore 21.10.14

Plusvalore 21.10.2014, 14:20

Nel 1964, cinquant’anni fa, l’allora Primo Ministro Britannico Harold Macmillan, pronunciò la famosa frase all’indirizzo dei suoi concittadini “we never had it so good”, sottolineando che l’economia del suo Paese dopo i terribili anni Venti, la lunga seconda guerra mondiale, e gli anni difficili della ricostruzione, stava riprendendo vigore, creando ricchezza e occupazione.

Aveva ben ragione: infatti il razionamento dei generi alimentari più importanti in Gran Bretagna era durato fino al 1955, dieci anni dopo la fine della guerra; guerra per la quale gli Albioni avevano dato così tanto in sangue e risorse. (Pochi sanno che nel 1945 John Maynard Keynes aveva con fatica negoziato il rimborso del debito di guerra di 6 miliardi di sterline di allora, che la Gran Bretagna si impegnò a restituire agli Stati Uniti e al Canada entro 60 anni a un tasso di interesse del 2%, certo un bel colpo per Keynes.).
Quanto disse Macmillan nel 1964, “we never had it so good”, cioè “non siamo mai stati così bene”, lo potrebbe certo dire anche il nostro Consiglio Federale mezzo secolo dopo, cioè adesso nel 2014. Infatti giovedi 16 ottobre scorso la Segreteria di Stato dell’economia (SECO) ha pubblicato le ultime previsioni per l’economia svizzera per il 2014 e il 2015, leggermente riviste al ribasso, soprattutto a causa del rallentamento dell’economia tedesca. Dopo una breve recessione nel 2009 (-1,9% del PIL, chi la ricorda ancora?) l’economia svizzera da quasi 5 anni sta crescendo a ritmi più che soddisfacenti, e cioè +3% nel 2010, +1,8% nel 2011, +1,8% nel 2012; +2% nel 2013; ed è previsto il +1,8% quest’anno e il +2,4% l’anno prossimo. Una pacchia, fronte di un’Unione Europea che arranca, eccome. Salvo per nazioni come il Regno Unito e quelle dell’Europa del Nord che registrano risultati migliori. Ma non è tutto per la Svizzera: negli ultimi cinque anni i prezzi in media non si sono mossi, anzi sono stati leggermente in discesa, i tassi d’interesse sono ai minimi storici, e la disoccupazione media ha oscillato tra il 3 e il 4%. Le esportazioni sono cresciute molto più velocemente del PIL (alla faccia di chi dice che siamo chiusi su noi stessi), e la bilancia commerciale e delle partite correnti è enormemente in attivo, e stanno a significare che noi teniamo entro i nostri confini circa mezzo milione di posti di lavoro che altrimenti andrebbero all’estero. Ovviamente non ci sono rose senza spine: la disoccupazione giovanile, la precarietà del mondo del lavoro, la maldistribuzione del reddito e della ricchezza, e il franco forte che rende la vita difficile a più di un settore.

Ma lasciatemolo dire, guardando indietro, “we never had it so good”; sperando che gli anni a venire siano meno duri di quanto lo sono stati per il Regno Unito nei decenni dopo la celebre frase di Macmillan del 1964.

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