Quilisma

O dulcissime Amplexator

di Giovanni Conti

  • 13 agosto 2017, 12:00
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Hildegard von Bingen riceve una visione e la descrive al suo segretario. Dal manoscritto Scivias.

  • Wikipedia

QUILISMA
Cultura e suoni dal Medioevo e dal Rinascimento
Domenica 13 agosto 2017 alle 10:00

Replica del 26 ottobre 2014

O dulcissime Amplexator

Quilisma 13.08.2017, 12:00

Con occhio d'aquila Ildegarda di Bingen scruta le feconde viscere della memoria che il fuoco divino ha rinchiuso in ogni essere, legando la realtà terrena in un tessuto di corrispondenze. Con quale competenza sensuale la monaca tedesca del XII sec. descrive l'unione amorosa, il diverso piacere della carne dell'uomo e della donna. Con quale ardimento li paragona ai più angelici e lievi diletti di Adamo ed Eva nell'Eden, e infine li proietta regalmente nella generazione del figlio di Dio, l'Uomo vero che lei stessa chiama “Dulcissime Amator, Dulcissime Amplexator”. Il degarda di Bingen, insieme ad un ristretto gruppo di altre donne di spicco, è figura di grande fascino che si erge nel contesto del XII secolo. In lei si sommano gli interessi per la teologia, l’arte, la biologia, le erbe, la drammaturgia e la musica. Fondatrice di una comunità monastica che vive ancora oggi, trascorse una intensa esistenza costellata di Visioni celesti, i cui esiti riversò con sapienza nella molteplicità dei suoi interessi e delle sue doti e nella capacità di muoversi fruttuosamente nei non facili contesti civili e religiosi del momento storico in cui visse. È in tale contesto che la vita e le opere di Ildegarda vanno considerate, ovvero nella globalità della sua poliedrica figura che ci permette comprendere anche Ildegarda musicista. Compose infatti per gran parte della sua esistenza nella profonda convinzione che la musica fosse la via più immediata per giungere a Dio. La musica in Ildegarda è qualcosa che difficilmente può essere separata dall’impatto che la liturgia ha sulla sua persona e verso la quale nutriva un sincero e profondo amore. Risulta chiaro dalle sue composizioni e dal suo modo di parlare di musica nelle sue lettere, che il canto di lode a Dio è un’altra forma per esprimere il divino. Le sue composizioni riflettono poi, sia testualmente sia musicalmente, l’anticipazione dell’arrivo del divino per essere presente nel mondo.

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