Laser

Gibilterra: sulle orme di Tariq

Rete Due, lunedì 22 settembre, 09:00

  • 22 September 2014, 09:00

È un giorno di primavera del 711 quando un’anonima nave partita da Ceuta, sulle coste africane, approda a Gibilterra, nascosta dagli sguardi indiscreti. A bordo c’è Tariq, il condottiero di origini berbere convertito all’islam agli ordini di Musa, il governatore dell’ Ifriqiya (Africa) islamica. Inizia così l’invasione araba della penisola spagnola che in soli 15 anni portò l’esercito arabo a conquistare un territorio che dal Portogallo arrivava fino a comprendere parte del Sud della Francia. Nei possedimenti di Al-Andalus, che ben presto divennero autonomi dal califfo di Damasco, si assistette a uno sviluppo sconosciuto nel resto d’Europa della scienza, della filosofia, dell’arte e della musica: un flusso di conoscenza che dalla Grecia antica arrivò nella Spagna islamica e per questa via giunse fino al mondo cristiano. Un momento unico nella storia dell’Alto Medioveo, nel corso del quale ebrei, musulmani e cristiani diedero vita a quello che alcuni hanno chiamato Primo Rinascimento. Il nostro viaggio sulle tracce di Tariq il conquistatore e dei segni che ha lasciato nella cultura Spagnola inizia proprio da Gibilterra, una delle due colonne d’Ercole e dallo stretto che vide nel 711 due continenti toccarsi attraverso il Mediterraneo, per dare vita a un esperimento sociale e culturale inedito. Che si concluse nel sangue nel 1492 con la reconquista dei sovrani cattolici, che con loro portarono la croce e l’Inquisizione: Al-Andalus scompariva come il continente sommerso del mito di Atlantide che – si scoprirà – era proprio qui. Nel corso del viaggio sulle orme di Tariq abbiamo incontrato storici e archeologi che ci hanno aiutato a capire la storia della Spagna islamica:
Tito Vallejo, sergente del Gibraltar Regiment di Gibilterra in pensione, storico per passione e guida turistica.
Angel Saez, storico, direttore de dell’Istituto de Estudios Campogibraltarenos di Algeciras.
Rafael Jiménez-Camino Alvarez, archeologo della città di Algeciras.
Mattia Pelli

Ti potrebbe interessare