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La morte di Dimitri, la sua immortalità

Omaggio multimediale al grande clown

  • 21 luglio 2016, 17:01
Dimitri, il clown

Dimitri, il clown

  • ©Ti-Press

di Mattia Cavadini

Fintato che posso esibirmi, che posso godere di buona salute e saltellare sul palco, lo faccio con piacere. E quando un giorno sarà finita, sarà finita. Come tutti, a un certo punto ci toccherà smettere, ma sapremo affrontare anche quella situazione e, speriamo, riderci sopra. Come saprai: “I clown sono immortali”.

All'indomani della sua morte, le parole che Dimitri espresse a proposito del suo ultimo spettacolo DimiTRIgenerations risuonano nell’aria come invito ed invocazione.

Invito ad essere leggeri, nel ricordarlo, a saper ridere anche nel lutto, ridere di un riso dolce e poetico come quello che lui ci ha consegnato.

Invocazione a ricordarlo come un clown, figura immortale, sempre uguale a se stessa e sempre diversa dalle altre. Un legame atavico univa infatti Dimitri ai folli dell’antichità, ai buffoni e ai saltimbanchi del Medioevo, e un legame imperituro lo unirà alle future figure clownesche che si affacceranno alla ribalta. Perché Dimitri era e resta IL CLOWN, e i clown non muoiono mai.

Personaggi inafferrabili, che svolgono un ruolo di antagonista, capaci di portare uno sguardo straniato e rovesciato sulla realtà, i clown attraversano la storia dell’umanità. Dai folli delle società primitive ai buffoni del Medioevo, dai pagliacci della commedia dell’arte ai fool dei drammi shakesperiani, nel Novecento i clown approdano sulle piste circensi, nei music-hall, nei café-chantant e nei cabaret, mai recidendo l’originario legame con la strada e con la cultura popolare. Un legame che Dimitri ha sempre rivendicato, orgoglioso di questo suo lignaggio:

Io sono esattamente così come mi presento da più di cinquant’anni sul palcoscenico o nel circo. Io sono sempre me stesso, con lo stesso costume e lo stesso trucco.

Incontri televisivi RSI

Nato ad Ascona nel 1935, figlio di uno scultore-pittore e di una scultrice tessile, Dimitri già a sette anni avverte la vocazione di fare o, meglio, di essere clown. Dopo un apprendistato di vasaio, intraprende la carriera artistica, seguendo lezioni di recitazione, musica, balletto e acrobazia. A Parigi frequenta la scuola per mimi di Etienne Decroux e diventa membro della compagnia di Marcel Marceau. Sempre a Parigi indossa i panni di Augusto presso il Circo Medrano dove lavora con il clown bianco Maïss. Nel 1959 si esibisce per la prima volta da solista, ad Ascona. Seguono tournée in tutto il mondo e tre tournée con il Circo Knie. Nel 1971, con l'aiuto della moglie Gunda, fonda il Teatro Dimitri con sede a Verscio, nel 1975 la Scuola Teatro Dimitri e nel 1978 la Compagnia Teatro Dimitri. Tra gli innumerevoli premi ed onorificenze assegnati a Dimitri, ricordiamo lo Swiss Award per la cultura nel 2009 e lo Swiss Award alla carriera nel 2013.

Interviste radiofoniche

  • La bottega di Mastro Dimitri (di Claudio Mésoniat) - 08.12.1985

    RSI Cultura 21.07.2016, 16:46

  • Mimi e clowns (di Giovanni Fattorini) - 29.09.1986

    RSI Cultura 21.07.2016, 16:44

  • I 60 anni di Dimitri (di Giovanni Medolago) - 17.09.1995

    RSI Cultura 21.07.2016, 16:43

  • Maestro di teatro e uomo di cultura (di Rossana Maspero) - 02.08.1999

    RSI Cultura 21.07.2016, 16:40

  • Gli esordi, il successo, la scuola (di Mirella de Paris) - 30.07.2004

    RSI Cultura 21.07.2016, 16:48

  • Gli 80 anni di Dimitri (di Marcello Fusetti) - 18.09.2015

    RSI Cultura 21.07.2016, 16:40

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