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Il viaggio di Jack

Un viaggio intorno al mondo e un viaggio nel cuore

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Ogni clessidra sogna de peerd la sabbia en un deseert.

[D. Van De Sfroos, Il Prigioniero e la Tramontana]

Dove cammina il mio destino / c'è un filo di paura / qual è la direzione / nessuno me lo imparò / qual è il mio vero nome / ancora non lo so.

[F. De Andrè, Canto del servo pastore]

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Hey tu! Apri la tua anima; lascia che il Mondo la modelli.

Quattro mesi fa mi sono chiuso (di nuovo) la porta di casa alle spalle e ho iniziato a dar forma al mio più grande sogno: un viaggio di sola andata attorno al mondo, un’avventura fantastica tra gente affascinante e nuovi paesaggi.

Scrivere, fotografare e scoprire per mesi, giorno dopo giorno; lasciare assorbire alla mia mente ogni dettaglio che mi circonda. Questo è tutto quello che voglio. Viaggiare senza spingere al limite i nostri sensi è come non partire. Abbiamo bisogno di assaporare per davvero, sentire il profumo delle cose, toccare e ascoltare. Come dice lo scrittore Javier Reverte: “i nostri sensi reclamano il contatto con quello che esiste e palpita”. Dobbiamo impregnarci di vita senza intermediari.

Sto vivendo il mio sogno, con il sostegno di chi è rimasto a casa e la spinta di quelli che incontro lungo il cammino. Sto vivendo il mio sogno, sulla mia pelle, incontro dopo incontro. Sto vivendo il mio sogno, alla ricerca dell’essenza del nostro essere.

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Ma non pensiate che sia tutto rose e fiori; non sarebbe vero se lo fosse. Whatsapp e Skype, Facebook e l’email non cancelleranno mai la distanza che mi separa dalle persone amate. Un’immagine pixelata, il suono di una voce famigliare sono solo briciole che servono giusto per sopravvivere al distacco. Quando quattro mesi fa ho fatto il primo passo verso l’ignoto ho anche preso alcune grandi (enormi, tremende…) decisioni. Non tutti quelli che mi hanno augurato buon viaggio saranno lì ad aspettarmi quando tornerò. Per questo una parte della mia anima non può smettere di sanguinare. Per quelli che mi sono lasciato alle spalle, per quelli che ho perso per sempre.

Non fraintendetemi, non mi sto lamentando. Come ho già detto, sto dando forma ad un sogno, al mio Sogno. Sono una persona fortunata, perché ho avuto la possibilità di scegliere. Ho percorso troppi km per essere cieco al punto tale da non riconoscere di essere un privilegiato in un mondo ingiusto. Così, anche se la geografia natale non è tutto, spesso è sufficiente per sapere chi farà parte dello spettacolo e chi invece non potrà che starsene al buio, dietro le quinte. Per questo, non mi lamento, ma ogni tanto non è tutto così semplice come può sembrare dall’altra parte dello schermo.

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Questa va a chi c’era e ci sarà, a chi non c’è più e a chi non ci sarà; questa va a chi ancora non c’è, ma tanto so già, è solo una questione di tempo per incontrarci.