Quando l'arte (di)segna la storia

80 anni fa, il 26 aprile 1937 nel paesino di Guernica, nei paesi baschi, era giorno di mercato. Era lunedì, secondo la storia era una giornata calda e molta gente era per strada, in gran parte donne e bambini perché gli uomini erano al fronte a combattere le truppe di Franco. Alle 16.30 decine di bombardieri della Legione Condor tedesca (con il supporto dell’Aviazione Legionaria italiana) sganciano bombe da mille libbre. Per tre ore e un quarto piovono bombe e proiettili sulla gente che cerca di scappare nei campi. 200, 400, 1600 morti, gli storici ancora ne discutono... Quello che è certo è che esattamente un mese dopo (il 25 maggio) Pablo Picasso, che già era Picasso, presenta al centro del padiglione spagnolo dell’Esposizione Internazionale di Parigi un’opera che segna la storia dell’arte e le coscienze dell’opinione pubblica. Guernica appunto. Quando l’arte segna la storia, quando la storia si trasforma in arte di protesta? Ne parliamo con Claudio Guarda, storico dell’arte.

Della plastica che vaga indisturbata, formando immensi agglomerati nel mezzo degli oceani, abbiamo parlato in più occasioni. Impressionante la quantità di materiale (10 miliardi di chili all’anno) che finisce in mare, tra macro e micro plastiche. Adidas in collaborazione con la ONG Parley ha avuto un'idea: riutilizzare la plastica raccolta in mare e utilizzarla per produrre scarpe (ma non solo) di alta qualità e prestazioni. Ci spiega tutto nel dettaglio il nostro collaboratore Simone Cosimi.

Il 26 aprile del 1977 si inaugurava un locale destinato a fare la storia della cultura popolare. Siamo a Manhattan e in quello che un tempo era un teatro e poi uno studio televisivo, inizia la breve ma intensa stagione dello "Studio 54". Il boom della discomusic, degli eccessi e della cultura pop racchiusi in un unico luogo simbolico. Ne parliamo con Alessandro Bertoglio.