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9 febbraio e immigrazione, verso una nuova votazione?

Gli auspici di quattro partiti di governo contro la linea dura dell’UDC. Ma una decisione presto s’imporrà

  • 27.5.2015
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La consultazione del Consiglio federale sta per terminare ma le idee raccolte non sono molto differenti da quelle spuntate pochi giorni dopo il sì popolare all’iniziativa contro l’immigrazione di massa. Le proposte ruotano attorno alle posizioni mano mano consolidatesi negli scorsi mesi e ripropongono due scenari: una nuova votazione (che rimetta in gioco gli accordi bilaterali) e l’applicazione rigorosa del testo UDC indipendentemente dalle conseguenze che essa avrà sulle relazioni con l’UE.

A vedere di buon occhio una nuova consultazione popolare sono tutti i partiti di governo, ad eccezione dell’UDC. Significativo, a questo proposito, il cambio di rotta del PLR, che se fino a qualche settimana fa sosteneva l’applicazione precisa del testo dell’iniziativa, ora si chiede “se non sia meglio un voto alternativo, dove scegliere tra un’applicazione rigorosa, che significa la fine degli accordi bilaterali I, e un’applicazione conforme alla nostra idea ‘severa ma equa’ che salva i bilaterali”.

Ufficialmente il Consiglio federale intende mettere in pratica alla lettera il testo dell’UDC, la quale però ritiene insoddisfacente il progetto governativo messo in consultazione, nella misura in cui l’attuazione dell’iniziativa dipenda dalla rinegoziazione dell’Accordo sulla libera circolazione delle persone. Per l’Unione democratica di centro (così come peraltro sostenuto dal Consiglio di Stato ticinese) occorre applicare senza esitazione l’articolo costituzionale contro l’immigrazione di massa e attendere in seguito le reazioni di Bruxelles, le quali non necessariamente saranno quelle più temute.

Nel frattempo hanno preso posizione anche i Cantoni, che riguardo alla questione frontalieri vogliono decidere autonomamente i contingenti previsti dall’iniziativa contro l’immigrazione di massa. Tra esortazioni al coraggio e pragmatismo diplomatico, la questione è insomma ben lungi dall’essere risolta. Modem ne parla con quattro deputati a Berna: Pierre Rusconi (UDC), Giovanni Merlini (PLR), Fabio Regazzi (PPD) e Ada Marra (PS).

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