A 4 anni dal lancio dell’iniziativa, coronata da successo, in favore dell’insegnamento della civica come materia autonoma, il Gran Consiglio si appresta a discutere della proposta di compromesso faticosamente emersa dalla speciale Commissione scolastica alcune settimane orsono.
Quasi tutti sembrano apprezzare la nuova formula a partire dal primo firmatario dell’iniziativa (che non sarà ritirata) Alberto Siccardi, i responsabili del Dipartimento educazione, cultura e sport mentre i docenti di storia rimangono fortemente critici.
Concretamente si tratta di introdurre una nuova materia per due ore al mese e una nota finale alle scuole medie, scindendo così l'attuale materia 'storia e civica'. Anche nella scuola post-obbligatoria la civica troverà un suo spazio sempre con due ore mensili e nota, ma ricavando lo spazio dalle materie attuali. In questo caso, tuttavia, sarà il Governo a stabilirne le modalità organizzative.
La soluzione proposta viene ritenuta pragmatica dai favorevoli poiché eviterebbe un aumento della griglia oraria, dei costi e un'ulteriore abilitazione dei docenti. Questi ultimi sono contrari all’iniziativa e critici rispetto al compromesso commissionale anche perché, affermano, non sono stati consultati.
Al termine dei dibattimenti rimane comunque ancora aperta la via del referendum che i docenti di storia si riservano di utilizzare, per cui la parola finale spetterà al popolo.
Maurizio Binaghi, professore e Presidente dell’Associazione degli Insegnati di Storia (ATIS); Michele Guerra, relatore della Commissione speciale scolastica; Alberto Siccardi, promotore dell’iniziativa; Tiziana Zaninelli, capoufficio scuola media del Dipartimento ticinese dell’Educazione, Cultura e Sport (DECS).
Replica su Rete Due alle 19.30
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