Hacker in azione
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Hacker russi, verso una cyber-guerra fredda?

Olanda, Francia e Germania al voto nel 2017, mentre si moltiplicano le segnalazioni di attacchi informatici all'occidente provenienti da Mosca

  • keystone
  • 27.2.2017
  • 35 min
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Tutto era cominciato con il “caso” delle elezioni presidenziali negli Stati Uniti: i servizi segreti russi avrebbero inciso sulla campagna elettorale riuscendo ad influenzarne il risultato. Exit Hillary Clinton; alla Casa Bianca ci è arrivato Donald Trump, anche grazie a Mosca. L’accusa è nota, assodata da un’indagine condotta dalla CIA, dall’FBI e dalla NSA, anche se non si è ancora ben capito quanto sia stata veramente dimostrata.

Ma poco importa, perché archiviato (per così dire…) il caso USA, di malevoli incursioni dell’intelligence di Mosca si parla ora anche in altri paesi. Mosca starebbe intervenendo nella campagna per le presidenziali francesi, a sostegno di Marine Le Pen; Mosca starebbe intervenendo nella campagna per le elezioni politiche tedesche, a sostegno di Frauke Petri e della sua Alternative für Deutschland; e Mosca sarebbe oramai in azione anche in altri paesi, con o senza delicate elezioni all’ordine del giorno: Canada, Norvegia, Olanda, Repubblica Ceca, Estonia, Italia e, ovviamente, Regno Unito, dove a fare discutere era già stata la campagna per il voto sulla Brexit.

Attacchi informatici, notizie false, troll, e-mail trafugate... gli 007 russi sarebbero protagonisti di un vero e proprio cambio di paradigma nella loro azione, di uno sfruttamento mai tanto invasivo della nuove tecnologie dell’informazione, di una “quasi-guerra” di sabotaggio condotta senza freni. Per spaccare le opinioni e disgregare la popolazione, per aumentare la confusione dell’occidente, per rafforzare il suo fronte populista o sovranista, per indebolire la democrazia e magari anche per far saltare qualche dolorosa sanzione.

Ma è davvero così? Quello che abbiamo descritto è uno scenario complottista o corrisponde a un effettivo atteggiamento più aggressivo di Mosca, delle sue spie, dei suoi hacker? In quest’ultima ipotesi, l’occidente è equipaggiato per farvi fronte? E le intelligence degli altri paesi si comportano diversamente? Le domande son poste. La linea di Mosca intanto non cambia di una virgola: parla, oggi come ieri, di accuse “completamente infondate” e di “russofobia”.

Ne discutiamo con:

Lucia Sgueglia, collaboratrice RSI da Mosca

Luciano Bozzo, Direttore del Centro di Studi Strategici e internazionali dell'Università di Firenze

Jacques Baud, Esperto di servizi di informazione svizzero

Interventi registrati di:

Marco Roscini, prof. Di diritto internazionale Università Westminster

Andrei Soldatov, giornalista russo, esperto di intelligence

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