L'insegnamento della religione a scuola al centro del dibattito
Modem

La storia infinita… dell’ora di religione

Non ci sarà nessun corso di storia delle religioni. Si resta all’insegnamento confessionale.

  • tipress
  • 11.2.2016
  • 38 min
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Se ne discute ormai da anni, e si continuerà a farlo. Senza per ora soluzioni concrete. L’ora di religione a scuola resta tabù. O meglio: si continuerà come in passato. Dopo due iniziative parlamentari, di Paolo Dedini e Laura Sadis del 2002 (quest’ultima poi ripresa da Matteo Quadranti), dopo il varo di alcune commissioni, di proposte alternative, e anche di sperimentazioni in alcune sedi di scuola media, l’insegnamento della religione nelle scuole resterà di tipo confessionale, affidato alle due Chiese riconosciute in Ticino (Cattolica e Evangelica).

Non ci sarà dunque nessun corso di cultura religiosa previsto dall’iniziativa Sadis in tutte le scuole obbligatorie e post-obbligatorie a tempo pieno. Una soluzione che aveva messo in agitazione chi non voleva più sentir parlare di religione a scuola. Ma, sul fronte opposto, non ha avuto miglior sorte nemmeno il compromesso che era piaciuto al Decs, il Dipartimento educazione, cultura e sport: un’ora quindicinale di storia delle religioni, alternata a un’ora di religione classica. A dire di no in questo caso è stata la Curia di Lugano e del vescovo Valerio Lazzeri. Compromesso che la Chiesa evangelica aveva invece accolto.

A sostegno della loro proposta, gli iniziativisti ricordano – come si legge nel Messaggio governativo del 25 marzo 2015 (tredici anni dopo la presentazione delle due iniziative…) – che “l'insegnamento religioso impartito dalle Chiese Cattolica ed Evangelica nelle scuole ticinesi è sempre meno seguito, al punto che le stesse Autorità religiose hanno ripetutamente lamentato la crescente tendenza a disertare l'istruzione religiosa”.

Senza tuttavia dimenticare che “l'ignoranza di pur minimi elementi di cultura cristiana negli studenti delle scuole pubbliche ticinesi è sempre più generalizzata ed evidente” e che “l'insegnamento religioso attuale è sempre più considerato estraneo alla concezione generale della scuola pubblica e sempre meno appare conciliabile con il principio della laicità dello Stato”.

Modem ne parla con:

Manuele Bertoli, consigliere di stato;
Don Rolando Leo, insegnante, direttore dell’Ufficio insegnamento religioso scolastico e dell’Ufficio catechistico;
Andrea Rota, ricercatore nel campo della scienza delle religioni all’Università di Berna e Friburgo;
Angelo Cassano, pastore Comunità evangelica di Locarno e Ascona, docente al Collegio Papio e Liceo di Locarno.

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