L'ingresso del palazzo di giustizia del Lussemburgo
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LuxLeaks e il destino delle talpe

Inizia il processo contro chi denunciò favori fiscali delle autorità lussemburghesi alle multinazionali

  • keystone
  • 29.4.2016
  • 39 min
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Talpe, informatori, gole profonde, nel linguaggio globalizzato whistleblower: sono loro che negli ultimi anni hanno scoperchiato scandali fiscali di vaste proporzioni, a cui sono seguiti procedimenti penali in vari fori del mondo, e l’imposizione di standard fiscali comuni ai paesi Europei, Svizzera compresa, da parte dell’OCSE.

Incerto resta lo statuto giuridico delle talpe, spesso esposte a minacce e pressioni e quasi sempre alla perdita di qualunque possibilità d’impiego. Da pochi giorni è cominciato il processo LuxLeaks in Lussemburgo. Al centro c’è un ex dipendente della PriceWaterhouseCoopers che aveva copiato un dossier sulle condizioni fiscali speciali accordate dalle autorità alle multinazionali. All’epoca dei fatti, nel 2012, l’attuale presidente della Commissione Europea Jean-Claude Junker era primo ministro del Lussemburgo.

Le pratiche fiscali erano legali, l’unico reato sembra essere quello commesso dalla talpa. È giusto così? Ne discuteremo con:

Giovanni Buttarelli, garante europeo della protezione dei dati;
Dick Marty, già procuratore pubblico, membro dell'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa;
Henry Peter, avvocato, professore di diritto all'Ûniversità di Ginevra.

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