Le fiamme divorano l'edificio
Modem

“Danni collaterali”

La NATO bombarda un ospedale di MSF in Afghanistan

  • keystone
  • 5.10.2015
  • 30 min
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  • POLITICA

Hanno bombardato un ospedale di Médecins sans frontières (MSF) a Kunduz nell’Afghanistan settentrionale. Il bilancio è di 12 morti fra il personale di MSF e 10 fra i pazienti; una quartina i feriti fra cui alcuni gravi.

L’attacco aereo notturno non è stato perpetrato da fanatici guerriglieri ma da velivoli statunitensi della NATO. Il fatto è di una particolare gravità poiché la struttura sanitaria era stata segnalata a tutte le parti in causa e perché il bombardamento è durato oltre mezz’ora malgrado il fatto che i responsabili dell’ONG abbiano immediatamente chiamato il comando NATO per segnalare quanto stesse succedendo.

Sull’accaduto il portavoce del ministero dell'Interno afghano, ha affermato che nell’ospedale "si nascondevano 10-15 terroristi" che "sono stati tutti uccisi; ma fra le vittime, ha concluso, "ci sono stati anche dottori". Il portavoce del contingente militare statunitense ha invece parlato di un bombardamento aereo con “danni collaterali”. I militari afghani e statunitensi hanno quindi forse deciso di sacrificare civili e sanitari per colpire dei talebani, presumibilmente presenti?

Il presidente Barack Obama, presentando le sue condoglianze, ha annunciato l’apertura di un’chiesta ma quanto successo inquieta non solo MSF (che ha dovuto lasciare l’ospedale quasi interamente distrutto) ma l’intera comunità internazionale. La tragedia è avvenuta mentre nel Centro traumatologico di MSF erano in corso vari interventi chirurgici per salvare la vita dei feriti del conflitto che da lunedì impegna centinaia di talebani, che hanno occupato la città, e le forze di sicurezza afghane.

In guerra, ormai, non ci sono più regole? Per parlarne a Modem intervengono:

Giuliano Battiston, ricercatore e freelance (esperto di Afghanistan);

Gabriele Eminente, direttore di MSF Italia;

Giandandrea Gaiani, direttore della rivista Analisi Difesa;

Marco Sassòli, professore di diritto internazionale dell’Università di Ginevra.

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