M13
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Vendere cara la pelle dell'orso

In Valposchiavo, nessuno ha ancora visto le spoglie di M13, promesse dal Governo.

  • 01.03.2015
  • 12:10

Vendere cara la pelle dell'orso

RSI New Articles 01.03.2015, 12:10

Mai vendere la pelle dell’orso prima di averlo ucciso, recita il detto. Un detto forse da rivedere, almeno nel caso dell’orso più famoso della Svizzera, si proprio lui, M13. A due anni dal suo abbattimento, vendere la sua pelle, anzi, “regalarla”, si è rivelato più complicato del previsto. Promessa dal Governo retico al Museo poschiavino, la pelliccia in Valposchiavo non si è ancora vista.


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Un passo indietro

Giunto dal Trentino nella primavera 2012, da subito M13 si fece conoscere per la sua indole a dir poco baldanzosa. Tra una predazione e l’altra, ebbe mille avventure: si scontrò persino con un trenino rosso della Ferrovia retica. Per lui i guai seri iniziarono quando decise di accasarsi stabilmente sulle montagne della Valposchiavo. Difficile convivere con un orso problematico in una vallata così densamente abitata e costellata di monti e maggesi.

Una fine .... combattuta

Considerato ormai pericoloso dopo l'ennesima incursione in paese, il 19 febbraio 2013, pochi giorni dopo il risveglio dal letargo, l'orso venne abbattuto dai guardiacaccia. Su Twitter, l'uccisione suscitò un mare di proteste tra i suoi 15mila sostenitori. Oggi le sue spoglie sono conservate, sigillate in un sacco di plastica, in una cella frigorifera negli scantinati dell'Ufficio caccia e pesca di Coira. Una sistemazione, ammette l'ispettore cantonale Georg Brosi, che, anche se provvisoria, è davvero poco decorosa per un orso così famoso, il cui ritorno in Valposchiavo anche da morto, come già da vivo, fa discutere.

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