Basket

Capela sulle orme di Datome

L'azzurro arriva da una stagione durissima a Detroit

  • 28 agosto 2014, 02:13
  • 6 giugno 2023, 21:59
Luigi Datome

Idolatrato dai tifosi

  • Ti-Press

di Marcello Ierace

Lo chiamano "Jesus" o "Il Messia". Per il suo aspetto fisico, certamente, ma soprattutto perché l'ammirazione che provano i tifosi per lui sfiora (e a volte travalica) l'idolatria. Gigi Datome è il capitano azzurro, il trascinatore di questa Italia e soprattutto è una stella NBA. Ma nessuno se ne accorge. Non c'è arroganza né spocchia nei suoi atteggiamenti: una fierezza tutta sarda e lo sgaurdo di chi vuole raggiungere gli obiettivi che si pone.

E anche a Bellinzona, dopo il match con la Svizzera, è stato l'ultimo a lasciare il campo, senza mai negare un'intervista, una foto, un saluto, un abbraccio. Sa cosa vuol dire essere l'uomo faro della squadra (e lo è stato a Roma per anni) ma sa cosa vuole dire sgobbare e far panchina. Ed è quello che sta facendo a Detroit, dove nell'ultima stagione ha giocato poco, pochissimo (solo 34 partite con 7' di media). "Non è stato facile, ma era una cosa che poteva capitare, l'avevo messo in conto", ammette il giocatore dei Pistons.

Un percorso difficile, che dovrà seguire anche il nostro Clint Capela a Houston. "Non mi sento di dare consigli a nessuno - dice con la solita modestia - a me hanno insegnato a lavorare duramente, ad essere un buon compagno di squadra, poi i risultati arrivano: ma è una cosa che vale per tutti".

L'intervista a Luigi Datome (28.08.2014)

RSI Basket 28.08.2014, 01:53

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