Chris Froome, ovvero, l'eleganza del riccio

Di Giancarlo Dionisio

Ma il riccio è elegante? Mah, chissà! Di certo Renée, la protagonista del best seller di Muriel Barbery, dispone di un'eleganza interiore che travalica la sua sciatta immagine di goffa portinaia di uno stabile abitato da famiglie facoltose. Anche Chris Froome non è elegante. Niente affatto. Sembra piuttosto un brutto anatroccolo messo casualmente su una bicicletta. Da non mostrare per gli aspetti puramente estetici ai giovani che si avvicinano al ciclismo. Froome è pur tuttavia un esempio per quanto riguarda gli aspetti tattici, per la lucidità nella lettura della corsa, per l'accortezza con cui muove le pedine della sua potentissima squadra. Inoltre il Keniano bianco, al pari di Renée, può vantare una notevole eleganza interiore. Ieri aveva dichiarato di voler regalare una tappa al suo "gregario" più illustre, Mikel Landa. Oggi ha dato l'impressione di voler tenere fede al suo proposito. Il disegno del Team Sky ha rasentato la perfezione salvo un paio di dettagli non trascurabili: è stato messo in atto con un lieve ritardo e, nel finale, a non avere gambe è stato proprio colui che avrebbe dovuto beneficiare del dono del leader.

Siamo convinti che le intenzioni della maglia gialla fossero sincere anche se mancano tre tappe al termine della Grande Boucle e lui non ne ha ancora vinta una. Oggi ha confermato autorevolezza e gambe. Gambe che potrebbero proiettarlo sul podio di giornata dopo la cronometro di sabato sulle strade di Marsiglia. Da un lato, se lo meriterebbe, per gratificarsi dopo aver vissuto un Tour da "solitudine dei numeri primi". Dall'altro penso che il quarto sigillo sul Tour de France potrebbe essere un'adeguata ricompensa e che la crono, data la sua generosità, potrebbe anche lasciarla agli specialisti puri. E perché no al nostro Stefan Küng?

Legato alla diretta della 18a tappa del Tour de France del 21.07.2017