Cultura

Raffaele La Capria

La letteratura è un equilibrio tra felicità e dolore

  • 27 giugno 2022, 12:55
  • 4 ottobre 2023, 18:17
Raffaele La Capria

Si è spenta una delle voci più significativa della letteratura italiana del secondo Novecento. Lo scrittore, sceneggiatore e traduttore napoletano Raffaele La Capria è morto all'età di 99 anni nella notte tra il 26 e il 27 giugno a Roma, dove viveva dal 1950.

Nato a Napoli nel 1922, vi trascorre l'infanzia e la prima giovinezza e nei suoi libri rimane il suo luogo mitico, la città dell'anima, frequentata e raccontata in diverse sue opere, una ventina tra narrativa e saggistica. Tra le più amate dallo scrittore "Ferito a morte", che gli valse la notorietà e nel 1961 il Premio Strega, "La neve del Vesuvio", "L'armonia perduta", "La musica nella bottiglia". Ebbe a dire,"nei miei libri qualche traccia della mia biografia c'è, perché dopotutto potrei dire come Montaigne che sono io stesso la materia dei miei libri".

Uno sguardo ai valori interiori, un'attenzione e un dialogo con i sentimenti, i segreti e i paesaggi che dall'esterno arrivano all'interno, i luoghi dell'anima. Nei suoi libri la volontà di attraversare la vita concedendosi all'ottimismo e al pessimismo, al sorriso e alle lacrime, con una leggerezza bambina.

Si può dire che tutta l’attività letteraria di Raffaele La Capria, che nel 1966 sposa l'attrice Ilaria Occhini da quel momento prima lettrice critica di ogni suo libro, mira alla costruzione di un'opera unica, in cui i singoli libri entrano come tessere in un mosaico. Di questo lo scrittore parlò nell'agosto del 2014 con Rossana Maspero (curatrice de "La valigia dei libri") in occasione della pubblicazione della raccolta delle sue opere in un volume della collana I Meridiani di Mondadori. Riproponiamo qui l'intervista in cui scoprire la sensibilità e ironia dell'uomo La Capria e dello scrittore che racconta la grande lezione appresa dalla sua cagnolina, una bassotta, di nome Clementina, ovvero che "certe meraviglie che all'improvviso sorgono dentro di noi sono più importanti dell'intelligenza... ".

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