Il Musée d’Art Moderne di Parigi dedica una storica retrospettiva (dal 15 settembre al 21 gennaio 2024) a Nicolas de Staël (1914-1955), che «riunisce una selezione di circa 200 dipinti, disegni, stampe e quaderni di schizzi provenienti da numerose collezioni pubbliche e private in Europa e negli Stati Uniti. Accanto a capolavori emblematici come Parc des Princes, presenta un gruppo significativo di opere che sono state esposte raramente, se non mai, tra cui una cinquantina esposte per la prima volta in un museo francese

Nicolas de Staël, al Museo d’Arte Moderna di Parigi
In un allestimento cronologico che ripercorre i 15 anni di una breve ma intensa carriera il Mam espone anche alcuni quadri e disegni inediti o visti raramente. Sono esposte anche tele importanti come il «Parc des Princes» (1952), aggiudicato da Christie’s nel 2019 per la cifra record di 20 milioni di euro, e «Les Mouettes», una delle ultime opere, del 1955.

Il 16 marzo 1955 il corpo senza vita di Nicolas de Staël veniva ritrovato in un vicolo del lungomare di Antibes: si era gettato dal balcone della sua casa atelier, a soli 41 anni. «La morte di de Staël conferisce al pittore una visibilità immediata, generando molteplici teorie per spiegare l’inspiegabile: a differenza di Vincent van Gogh, i cui tormenti psicologici erano noti, o di Jackson Pollock, morto l’anno seguente dopo una lunga dipendenza dall’alcool, niente permette di fare luce sul gesto di Nicolas de Staël. La sua morte brutale e prematura trasforma l’artista in leggenda, sulla scia dei pittori maledetti», spiega la conservatrice Charlotte Barat-Mabille che, con il critico d’arte Pierre Wat, ha curato la retrospettiva aperta nel Musée d’art moderne de Paris (Mam) fino al 21 gennaio 2024.