Rete Due

Filippini nel centenario della nascita

Carlo Piccardi e Pietro Montorfani ricordano il grande scrittore

  • 10 dicembre 2017, 16:31

Per Filippini, nel centenario della nascita

RSI Dossier 12.12.2017, 23:14

di Caro Piccardi

Felice Filippini (1917-1988) è stato una figura centrale nella cultura della Svizzera italiana del Novecento, sia per i molteplici ruoli, di pittore e di scrittore, sia per aver contribuito all’uscita dall’arretratezza provinciale dei modelli artistici che si profilò nei primi anni 40 nella nostra regione. Ne fa stato la consacrazione del suo romanzo, Signore dei poveri morti, vincitore della prima edizione del Premio Lugano nel 1942 che segnò uno spartiacque, con una vicenda biografica radicata nella realtà del paese sottratta all’idealizzazione, senza concessioni al piacevole, al grazioso, al sentimentale, resa in una cupa profondità drammatica.

La sua poliedricità lo portò anche a primeggiare in un ambito ancora in divenire quale era l’esperienza radiofonica. Assunto nel 1938 come archivista musicale dalla RSI, diventato nel 1944 responsabile della Sezione sperimentale e nominato nel 1945 capo del Servizio parlato (carica mantenuta fino al 1969), egli è stato una delle figure maggiori nella storia del nostro ente radiofonico.

Fu una stagione proficuamente creativa, che tentava abbina-menti inediti, quali le Serate musico-letterarie al Circolo di cultura di Lugano, aperte sul territorio con momenti di rilievo internazionale quali la Settimana culturale del 30 marzo - 5 aprile 1947, in occasione della quale, sfruttando il potere evocativo del mezzo, Filippini concepì un “film radiofonico” basato su multipli piani d’azione, intitolato Il canale di Panama.

Il culmine di tale esperienza è da individuare ne I sette peccati capitali, sceneggiato firmato da Filippini con la musica di Otmar Nussio chiamato a rappresentare la Società Svizzera di Radiodiffusione alla prima edizione del Prix Italia nel 1949, realizzazione originale nella struttura che, basata sull’intreccio tra presente e passato facente capo alla dimensione dei documenti sonori provenienti da un immaginario archivio di testimonianze registrate - in un certo senso come radio nella radio - permetteva di uscire dalle unità di tempo, di luogo e di azione grazie all’utilizzazione delle potenzialità rappresentative del mezzo.

Si veda anche il dossier multimediale dedicato alla figura eclettica di Filippini, con una selezione dei suoi interventi ai microfoni della RSI edei tributi in suo onore.

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