Il chiaro mondo dei beati torna a splendere

Sulle colline che guardano Ascona e il lago Maggiore c'è un luogo unico al mondo, dalla storia straordinaria e affascinante: il Monte Verità (in origine Monte Monescia). A partire dal primo Novecento, qui si radunarono innumerevoli intellettuali, artisti, filosofi, menti visionarie e geni rivoluzionari che ne fecero un luogo d'elezione, un rifugio dello spirito immerso nella natura e lontano dalla crescente industrializzazione e dal conformismo. Nel tempo, vi transitarono personalità come Hermann Hesse, Isadora Duncan, Hugo Ball, Hans Arp, Marianne von Werefkin, Alexej von Jawlensky, e diversi esponenti del Bauhaus, tra cui Walter Gropius e Moholy-Nagy.

Tra gli anni Sessanta e Settanta del secolo scorso, anche Harald Szeemann fu rapito dal magnetismo di questo luogo, tanto da dedicargli un'importante mostra: Monte Verità. Le mammelle della verità, tutt'oggi allestita in modo permanente presso Casa Anatta, una delle anime del grande complesso museale di Monte Verità. Complesso che, dallo scorso primo aprile, ha riaperto al pubblico nella sua interezza in seguito al restauro del dipinto circolare Il chiaro mondo dei beati (1924-39) del pittore e poeta Elisàr von Kupffer.

Ospitata nel Padiglione Elisarion, questa imponente e scenografica opera si compone di 16 tele raffiguranti una schiera di nudi maschili che si muovono leggiadri in un luminoso e bucolico paesaggio. Una splendida ode alla libertà e all'emancipazione che ben esprime le idee di rinnovamento del Clarismo, il movimento filosofico-religioso che von Kupffer fondò con il compagno Eduard von Mayer.