È uno degli autori spagnoli più noti a livello internazionale e ci ha abituato a “romanzi senza finzione” come lui stesso ama definirli. Romanzi cioè in cui riflessione e ricerca storica si intrecciano al racconto diventando oggetto e motore della trama stessa. A questo genere appartengono i suoi maggiori successi come “Soldati di Salamina” (2002) o “L’impostore” (2015).
Può quindi sorprendere il suo debutto a quasi 60 anni in un genere apparentemente distante da tutto ciò come quello del thriller. Ma “Terra Alta” (Guanda, 2020) non è propriamente un giallo. O meglio non è solo un giallo. E mentre il lettore si immerge nelle sue pagine, riaffiorano tutti i temi cari a Cercas: dal rapporto con il passato all’importanza della letteratura nella vita quotidiana degli uomini.
Con un’importante novità: la riflessione sulla giustizia e su come perseguirla che nei romanzi precedenti rimaneva inespressa pur affiorando qua e là in un discorso più ampio sul nostro rapportarci alla Storia e ai suoi conflitti.