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Tecnologia democratica

di Davide Conconi e Nadia Ticozzi

  • 5 febbraio 2018, 11:27

tecnologia democratica

RSI Servizi 05.02.2018, 10:49

La democratizzazione della tecnologia sta rivoluzionando il mondo delle scienze, offrendo a programmatori, a scienziati e a designer la possibilità di sviluppare da soli dispositivi e strumenti di ricerca. Un protagonista di questo movimento open source è Arduino, un piccolo computer programmabile, delle dimensioni di una carta di credito e della potenza di calcolo di quello a bordo di un forno a microonde. A dispetto di queste sue modeste caratteristiche tecniche di base, Arduino ricopre un ruolo fondamentale nello sviluppo della cultura open source.

La forza di Arduino è la sua versatilità. È capace di interfacciarsi con gli attuatori e i sensori più disparati. Così da piattaforma hardware nata per imparare i rudimenti dell’elettronica, dell’informatica e della programmazione, specialmente indirizzata ai non addetti del mondo dell’informatica, Arduino diventa componente cruciale di piccoli robot, centraline per la misurazione di inquinanti atmosferici e dispositivi per ruotare i pannelli solari, solo per fare qualche esempio. Arduino non è solo un dispositivo, è anche un software, un metodo e un sistema che permette a chiunque di avvicinarsi all’elettronica e alla robotica, fornendo la possibilità di auto-costruirsi dispositivi didattici, per la ricerca o applicazioni di domotica, per esempio. Il sistema si basa sull’open source, ovvero Arduino fornisce tutte le informazioni necessarie sul suo hardware e sui codici sorgente del suo software per permettere a qualsiasi utilizzatore di poter sfruttare le potenzialità di questa piattaforma in campi magari ancora inesplorati. L’unica condizione posta è quella di pubblicare su appositi siti internet i risultati del proprio utilizzo di Arduino in modo che tutti possano approfittare dei progressi dei singoli sviluppatori. Come vediamo nel servizio il piccolo Arduino si trova all’interno di piccoli dispositivi per esperimenti didattici all’interfaccia fra scienza e arte, ma è anche componente cruciale di sofisticatissime apparecchiature del CERN.

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