Trio Lescano nel 1938
Geronimo

All that giazzo! Il jazz nell’Italia fascista

di Claudio Visentin

  • Wikipedia
  • 21.1.2019
  • 19 min
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  • Scienze umane e sociali
  • Musica

Quando nel 1941 gli Stati Uniti entrarono in guerra il regime fascista proibì l’uso delle parole straniere. Così anche il jazz diventò “gez” o “giazzo”: un espediente per italianizzare una musica ormai entrata stabilmente nei gusti del grande pubblico attraverso il cinema, la radio e i dischi. Del resto da tempo anche i cantanti più popolari, pensiamo al caso del Trio Lescano, avevano adottato e adattato i nuovi ritmi sincopati.

Era solo l’ultimo episodio del trionfale quanto sofferto cammino del jazz attraverso la società totalitaria. La musica jazz piaceva soprattutto ai giovani, ma nel suo Paese d’origine era spesso eseguita da musicisti di colore, una difficoltà non da poco nel clima di crescente razzismo alla fine degli anni Trenta. Soprattutto il jazz portava con sé stili di vita, consumi e valori della società americana, moderna e democratica. Ancora maggiore fu la resistenza della Chiesa cattolica, timorosa di più liberi rapporti tra i giovani favoriti dai balli moderni.

La storica di Camilla Poesio racconta i risultati della sua originale ricerca sulla diffusione del jazz nell’Italia fascista, tra storia della musica e della società.

Libri e DVD presenti nel catalogo del Sistema bibliotecario ticinese (Sbt)

Hobsbawm, Eric John. Storia sociale del jazz : una rivoluzione di suoni. Mimesis, 2020

Il cantante di Jazz [DVD], un film di Alan Crosland. DNA, 2017

Mazzoletti, Adriano. Il jazz in Italia : dalle origini al dopoguerra. Laterza, 1983

Gaeta, Nicola. Una preghiera tra due bicchieri di gin : il jazz italiano si racconta. Nicola Gaeta. Caratterimobili, 2011

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