Domenica in scena

Maiser - L'uomo del Mais

Romanzo in versi di Fabiano Alborghetti

Maiser - L'uomo del mais

Da domenica 3 febbraio a domenica 3 marzo 2019

lettura integrale e regia di Igor Horvat
Tecnico del suono: Yuri Ruspini
nuova produzione 2018

Maiser - L'uomo del mais

  • Maiser - L'uomo del mais (1./5)

    Domenica in scena 03.02.2019, 18:35

  • Maiser - L'uomo del mais (2./5)

    Domenica in scena 10.02.2019, 18:35

  • Maiser - L'uomo del mais (3./5)

    Domenica in scena 17.02.2019, 18:30

  • Maiser - L'uomo del mais (4./5)

    Domenica in scena 24.02.2019, 18:30

  • Maiser - L'uomo del mais (5./5)

    Domenica in scena 03.03.2019, 18:30

La storia di una famiglia dal 1948 al 2008 si fa icona della Storia più ampia e delle vicissitudini umane. Storia di emigrazioni, sradicamenti, vicende personali che si fanno eventi collettivi narrati in forma poetica dal premio svizzero di letteratura 2018 Fabiano Alborghetti.

È il ritmo, la bellezza della forma, che permette all’ascoltatore di lasciarsi trasportare in un'altra dimensione, chiudere gli occhi ed immergersi in un mondo letterario. Bruno, nativo di Amelia – piccolo paese in provincia di Terni, sceglie la via dell’emigrazione in Svizzera, inseguendo come molti nel mito estero un’utopia di benessere di fatto però irrealizzabile.

Il titolo, Maiser, traduce l’espressione “polentone”, “uomo del mais”, termine dispregiativo con cui venivano chiamati i lavoratori italiani in Svizzera e dice già molto su questo romanzo in versi tradotto nella versione radiofonica dall’abilità registica ed interpretativa di Igor Horvat.

INCIPIT:

“Era un uomo normale, come altri forse

e bello, Bruno. L’inizio, è da questo momento

in poi: la storia comune di un uomo normale

in un dopoguerra di anni affamati

e di affanni.”

UNO

Scrivere mi è sempre stato un atto silenzioso e così è stato per tutti i libri ma non per Maiser: nella versione definitiva nascerà dapprima “cantato” per essere trasposto sulla pagina solo dopo aver pronunciato i versi. Un atto di scrittura successivo alla voce, il metronomo della tastiera a segnare un ritmo postumo. L’intero libro è nato consacrandosi a una voce (la mia e per estensione quella dei personaggi), una scansione metrica del respiro antecedente il verso poetico. Poi la notizia: la RSI produrrà Maiser che diventerà un radiodramma. I versi, la mia voce, saranno recitati da un attore. Come sarà gestita la voce? Quali le intonazioni, le estensioni, le profondità? Quale il percorso emozionale, la musica degli spazi, il ritmo delle visioni e la cadenza delle parole? Mi assomiglierà?

DUE

All’estero mi era già capitato di assistere a recitazioni di miei testi: io li leggevo in italiano e la traduzione raggiungeva il pubblico per una voce nella lingua di arrivo. Era palese la differenza: l’originale restava mio, la trasposizione era un mondo nuovo. Nell’assieme assistevo alla coabitazione di due lingue diverse. Io restavo io; l’altra voce era il mio testo ma esisteva come qualcos’altro.

TRE

Il tragitto nei corridoi RSI è quello già vissuto in molte altre occasioni; anche lo studio dove ci sediamo è uno spazio già vissuto in precedenza. Nuovo sarà lo specchio vocale che tra poco scoprirò: nella nostra lingua comune, la mia voce per mezzo di un’altra voce. Tre identità che si sovrapporranno ma in realtà sono una. Sono curioso e inquieto. Il tecnico del suono fa partire il registrato. La voce inizia. Io inizio: a raccontare il mio libro, ma non sono io che parlo. La voce è depurata, cristallina, naturale. È la narrazione aldilà degli intenti di scrittura. Sono oltre il legame emozionale, oltre la frontiera vocale conosciuta. La voce costruisce la rappresentazione dei luoghi e dei caratteri, agisce narrando ed è pre-testo, è antecedente. Sono scosso. Non c’è iperbole né artificio. Sono io nel flusso ritmico del verso, nella rete della storia le cui maglie assecondano e al contempo contrastano la mia forma di parlato, i miei significati. Sono intero e smembrato, presenza e assenza. Esisto per interposta voce. Maiser è tutto intero. Maiser è diventato migliore.

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