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Proteste anti-carbone in Germania

L'impianto di Datteln 4 è entrato in funzione malgrado il piano governativo preveda l'abbandono della fonte inquinante

  • 30 maggio 2020, 20:57
  • 4 ottobre 2023, 17:35

RG 18.30 del 30.05.20: la corrispondenza di Walter Rauhe

RSI Mondo 30.05.2020, 20:57

  • Keystone
Di: Diem/RG

La Germania ha un piano per abbandonare la produzione di energia con il carbone sostituendolo, al più tardi entro il 2038, con fonti rinnovabili e più rispettose dell'ambiente. Non si possono realizzare nuovi impianti e quelli esistenti cominceranno ad essere spenti dal 31 dicembre di quest'anno con compensazioni miliardarie per i gestori e le regioni minerarie. Intanto però a Datteln, nella Renania Settentrionale-Vestfalia, sabato ha aperto un'altra centrale. La sua entrata in esercizio è stata accompagnata dalle proteste dei militanti ecologisti che hanno manifestato contro l'accensione dell'impianto di proprietà del gruppo Uniper denominato Datteln4. Un nome che è diventato un simbolo per il fronte anti-carbone tedesco che critica le scelte del Governo di Angela Merkel che non ha bloccato la costruzione, preferendo cominciare a tradurre in pratica il suo piano dallo spegnimento dei complessi termo-elettrici più vecchi e inquinanti.

Le azioni degli ecologisti sono iniziate già prima dell'alba quando Greenpeace ha proiettato lo slogan "Climate crisis - Made in Germany" sulla torre di raffreddamento alta 180 metri. Gli attivisti di Fridays for Future hanno invece manifestato in modo rumoroso ma nella calma davanti allo stabilimento. "Impediremo il funzionamento di questo impianto, lo chiuderemo, vinceremo questo conflitto", ha assicurato una delle responsabili all'agenzia di stampa tedesca dpa.

"Oggi è un giorno vergognoso per l'Europa", ha scritto Greta Thunberg su Twitter aggiungendo: "Ci siamo impegnati a fare da guida per evitare un disastro climatico e questo è il segnale che stiamo inviando al mondo?".

La nuova centrale, dotata di una potenza di 1'100 megawatt, è costata 1,5 miliardi di euro. A suo tempo si prevedeva che sarebbe entrata in servizio già nel 2011, ma vari intoppi e rinvii hanno causato un ritardo di 9 anni.

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