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Quando la disinformazione è fatale

Circa 800 persone nel mondo sono morte per aver ingerito disinfettante come cura per il Covid-19, sostiene una ricerca

  • 12 August 2020, 21:31
  • 5 September 2023, 03:53
  • COVID-19
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La maggior parte delle notizie infondate che circolano in rete riguarda i rimedi contro il Covid-19

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Di: eb

La disinformazione ai tempi della pandemia, con messaggi diffusi principalmente attraverso i social network, ha fatto diverse vittime nel mondo. Lo sostiene una ricerca pubblicata sulla rivista American Journal of Tropical Medicine and Hygiene, che ha analizzato gli effetti dell'"infodemia" (neologismo che indica una sovrabbondanza confusionaria di informazioni) nei primi tre mesi del 2020.

Circa 800 persone sono morte per aver bevuto alcol altamente concentrato, credendo erroneamente che potesse curare il Covid-19, riferisce la ricerca. Altre 5'876 sono state ricoverate e 80 sono rimaste completamente cieche per aver ingerito del metanolo come "medicina". Per questo stesso motivo, 30 persone sono morte in Turchia, mentre in Qatar due giovani hanno bevuto disinfettante per superfici.

In India, 12 persone, tra cui cinque bambini, si sono ammalate dopo aver ingerito una sostanza estratta dai semi velenosi di Datura, seguendo le indicazioni fornite da un video pubblicato sui social. In Corea del Sud, i fedeli di una chiesa sono stati contagiati attraverso la nebulizzazione nell'aria di acqua salata contaminata contenuta in una bottiglia che sarebbe servita per disinfettare.

I ricercatori hanno individuato circa 2'000 notizie infondate ("rumor") sul nuovo coronavirus, che hanno avuto un impatto soprattutto in alcuni Paesi, tra cui India, Stati Uniti, Cina, Spagna, Indonesia, Brasile e Regno Unito. Tra queste fake news, le cure fai-da-te sono le più popolari: bere candeggina, mangiare aglio, spruzzare cloro sul corpo, indossare calzini caldi e spargere grasso d'oca sul petto sono solo alcuni esempi di falsi trattamenti spacciati sulle piattaforme online.

Twitter blocca Trump

Telegiornale 06.08.2020, 14:30

"La disinformazione, alimentata da voci, pregiudizi e teorie del complotto può avere implicazioni potenzialmente gravi sulla salute pubblica", sostengono gli studiosi nelle conclusioni. L'appello è ai Governi affinché agiscano in maniera più incisiva per evitare la propagazione di messaggi falsi: un lavoro che necessita della collaborazione delle piattaforme di social network. Piattaforme che, dal canto loro, si sono dotate di nuove regole per censurare messaggi falsi e potenzialmente dannosi (l'ultimo caso è quello relativo a un post del presidente Donald Trump sulla presunta immunità al Covid-19 dei bambini rimosso da Facebook e Twitter), ma che secondo alcuni non sono in grado di effettuare un reale controllo sui contenuti che esse stesse contribuiscono a divulgare.

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