Svizzera

Riciclaggio, Credit Suisse attende la sentenza

Verrà pronunciata oggi al Tribunale penale federale in merito alle accuse di non aver adottato misure necessarie per impedire il reimpiego dei proventi di un’organizzazione criminale bulgara

  • 27 giugno 2022, 09:27
  • 23 giugno 2023, 20:44

Radiogiornale delle 07.00 del 27.06.2022: il servizio di Francesca Calcagno

RSI Svizzera 27.06.2022, 09:19

  • tipress
Di: Radiogiornale-FrCa

Per la reputazione di Credit Suisse è un giorno decisivo. Al Tribunale penale federale di Bellinzona oggi, lunedì, verrà pronunciata una sentenza di grande portata: quella nei confronti dell'istituto accusato di non aver adottato le misure necessarie per impedire il riciclaggio di decine di milioni di franchi di una potente organizzazione criminale bulgara.

In attesa della sentenza, ricapitoliamo i fatti.

Il processo si è concluso quasi 4 mesi fa. La Procura federale accusa un'ex impiegata di Credit Suisse di aver riciclato parte del denaro dell'organizzazione criminale del bulgaro Evelin Banev tra il 2004 e il 2008 e la stessa banca di non aver preso le misure necessarie per impedirlo. Gli altri imputati sono due cittadini bulgari (uomini dell'organizzazione in Svizzera) e un ex banchiere di Julius Bär. Non stupisce comunque che la Corte torni in aula solo adesso, la materia è complessa, l'inchiesta è durata quasi 15 anni.

Per quanto riguarda le posizioni emerse in aula riguardo i due imputati principali, secondo la procura federale Credit Suisse è colpevole di riciclaggio aggravato di denaro e deve pagare la multa più alta prevista dalla legge: 5 milioni di franchi più una quarantina di milioni a titolo di risarcimento. Per la procura (che ha parlato una decina di ore) il modo con cui la banca ha riciclato i fondi dell'organizzazione criminale è "sconcertante". La banca ha invece sempre negato ogni coinvolgimento, giudicando le accuse infondate e inconsistenti.

Anche l'ex impiegata di Credit Suisse si dichiara innocente. Sostiene che il suo ruolo all'interno della banca era marginale, che le sue conoscenze in materia di antiriciclaggio erano minime. In aula ha dichiarato di non aver mai avuto dubbi sulla possibile origine illecita dei fondi che amministrava e che non ne hanno mai avuti neppure i suoi superiori. Ha però anche detto che all'epoca la cultura aziendale era orientata soprattutto alla salvaguardia del segreto bancario.

La Corte ha già deciso che per quanto riguarda il reato di riciclaggio terrà in considerazione solo i movimenti bancari avvenuti tra il 2007 e il 2008, dato che quanto successo prima è prescritto. La prescrizione era stata invocata dalle difese.

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