L'Associazione delle banche private svizzere - ex Federazione dei banchieri privati ginevrini - è inquieta per il futuro della piazza finanziaria elvetica. Suscitano timori il venir meno del segreto bancario in materia fiscale e gli oneri della vertenza con gli USA, mentre la soddisfazione è solo parziale per la «non-decisione» di ieri dell'UE in relazione all'accesso al mercato da parte di istituti di stati terzi.
L'accesso al mercato comunitario da parte di fornitori di servizi finanziari è rimasto di competenza dei singoli stati: non è stato introdotto il temuto obbligo di avere una filiale nell'UE per tutti coloro che gestiscono clientela europea.
Nei vari paesi vigono però normative assai diverse. «Non possiamo ad esempio fornire una consulenza telefonica ai clienti francesi», ha spiegato il presidente dell’organizzazione Christoph B. Gloor. Per ogni colloquio il cliente deve venire in Svizzera.
Per il vicepresidente dell'associazione, Nicolas Pictet, è quindi di fondamentale importante che Berna prosegui il dialogo con Bruxelles affinché ottenga «un accordo bilaterale di libera circolazione dei servizi finanziari».
Ats/Red. MM.
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RG 18.30, il servizio di Roberto Chiesa