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Gottardo 09:39

Domenica 24 ottobre, 20.40. Una serata speciale LA 1 RSI a vent'anni dall'incendio in galleria. In diretta da Airolo. Conduce Lorenzo Mammone

  • 19 October 2021, 14:28
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  • RSI/Loreta Daulte

Un orario: 9.39 del mattino. Una data: 24 ottobre 2001. Il tunnel del san Gottardo viene divorato dalle fiamme. Fiamme furiose, incontenibili, indomabili. A provocarle uno scontro violento tra due camion, due dei 5000 che ogni giorno si infilavano in quella galleria ormai al limite delle sue possibilità. Lo ricordiamo come l’incidente del San Gottardo, fu soprattutto la scoperta della fragilità e vulnerabilità della Svizzera (già duramente provata 23 giorni prima dal grounding della Swissair).

Il paese tagliato in due, i traffici europei bloccati e poi i morti: 11 persone che dopo essere state inghiottite da quella galleria non ne sono più uscite vive. Un po’ alla volta emergevano invece scampoli di verità: l’autista che provocò lo scontro guidava un TIR con targhe belghe, ma lui era turco, senza permesso di lavoro e quella mattina, come svelerà l’autopsia, era alla guida completamente ubriaco. Sul suo camion trasportava pellicole. Lo scontro con un automezzo carico di penumatici fa il resto. Il fuoco li avvolge, si propaga ad altri 5 veicoli e nel giro di pochi minuti la temperatura in galleria sale fino a 1200 gradi. La combustione genera un fumo densissimo, una concentrazione micidiale di anidride carbonica, polvere, gas irritanti. Una nube nera che inizia a correre lungo il tunnel risucchiata dagli impianti di aereazione ormai intasati. Una nube che avvolge tutto e tutti. Che uccide. Nove delle 11 vittime muoiono soffocate lontane dall’incendio, alcune in auto in attesa dei soccorsi, altre, disorientate e sfinite, nel tentativo di raggiungere le vie di fuga.

20 anni dopo, proprio nel giorno della tragedia, il 24 ottobre , la RSI vuole ricordare quell’evento con una serata speciale in diretta alle 20.40 dal portale sud del san Gottardo. Un’occasione per ripercorre quella vicenda in bilico tra passato, presente e… futuro. Un passato fatto di testimonianze, di racconti, di ricordi ma anche di scelte politiche che riversavano per le strade di tutta Europa milioni di camion per trasportare merci che avrebbero dovuto viaggiare sui treni. Il presente, venti anni dopo, non è molto diverso. Nonostante una votazione popolare che limita a 650.000 i transiti annui di mezzi pesanti attraverso le alpi, se ne contano ancora oggi quasi un milione. Una cifra che si fa beffa della volontà popolare e di un investimento miliardario come quello dell’ Alptransit. I camion insomma continuano a preferire la strada (e i tunnel) rispetto alla ferrovia, perché costa meno e riduce i tempi di percorrenza. Qualcosa non torna! Venti anni dopo una novità però c’è: è iniziata la costruzione della seconda galleria autostradale del san Gottardo. Voluta per aumentare la sicurezza sarà pronta tra 10 anni, ma c’è chi teme, nonostante le garanzie, che possa portare a un aumento del traffico.

Quel tunnel insomma, racconta come eravamo, come siamo diventati e come saremo e tutto passa attraverso le testimonianze di chi c’era e tornerà per l’occasione sul luogo dell’incidente: dal “camionista eroe” Bruno Saba, che dopo lo scontro col camion belga riuscì a mettere in salvo decine e decine di automobilisti, al fotografo di fama internazionale, Oliviero Toscani, che quella mattina si ritrovò per uno scherzo del destino dietro il camion all’origine del disastro. E poi i racconti dei soccorritori, dei pompieri, dei responsabili della galleria. Quelli erano anche gli anni delle dispute politiche per l’introduzione delle 40 tonnellate in Svizzera, delle tasse sul traffico pesante, delle tensioni con l’UE, temi spinosi che videro protagonista il consigliere Federale Mauritz Leuenberger. Anche lui tornerà al portale sud del san Gottardo per ricordare cosa successe e raccontare come la Svizzera si mosse sul delicato dossier dei trasporti, proprio mentre il movimento per l’iniziativa delle Alpi chiede l’introduzione di nuove tasse e misure più incisive per spostare i bisonti della strada sui binari. E poi c’è la sicurezza del tunnel. L’inchiesta sarà ripercorsa dall’ex procuratore pubblico Antonio Perugini che evidenziò diverse pecche nel sistema: i tempi per giungere sul luogo dell’incendio resero impossibile l’opera di spegnimento, il sistema di ventilazione fu all’origine di un’ondata di fumo che travolse e uccise molti automobilisti, l’impianto di illuminazione si rivelò insufficiente per perforare la cappa di fumo denso e fuliggine che avviluppava tutto e tutti.

E oggi una tragedia simile potrebbe ancora succedere? Le risposte, e il ricordo, in una serata ricca di testimonianze, filmati, immagini e emozioni che la Svizzera non può e non deve dimenticare.

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