(©Ti-Press - Massimo Piccoli)

Parco Valle della Motta, storia e natura

Scopriamo la storia e il destino paesaggistico e naturalistico della Valle della Motta

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In occasione del Festival della Natura, manifestazione nazionale che si svolge durante il mese di maggio, in concomitanza con la Giornata internazionale della biodiversità, il giardino di Albert propone una visita al Parco della Valle della Motta con lo scopo di avvicinarci alla storia, alla biodiversità e più in generale alla natura di questi luoghi. L’essere umano è parte della natura. Con le sue attività la influenza in modo significativo, e determina il destino paesaggistico e naturalistico di regioni intere. E questo vale soprattutto per la Valle della Motta, una delle vallate più meridionali della Svizzera. Finalmente oggi Parco, a tutela di un vero e proprio scrigno di biodiversità, un tempo fu minacciata da progetti imprenditoriali dall’esito potenzialmente devastante e alla fine sfregiata da un’imponente discarica. Oggi il Mulino del Daniello, recentemente ristrutturato, funge da fulcro e da sede del parco. Il visitatore qui può immergersi nella natura e nella storia dei luoghi, accolto in una vera e propria bolla rigenerante, eredità di quello che, qualche milione di anni fa, era un vero e proprio canyon profondo 500 metri al centro del Mendrisiotto. Il trascorrere dei millenni l’ha riempito di sedimenti e oggi rimane un avvallamento verdeggiante dove i visitatori vivono l’esperienza di un’oasi naturalistica riparata anche dal frastuono che caratterizza la pianura circostante. I contributi filmati della puntata ci fanno meglio conoscere alcuni animali rari della Svizzera. È il caso della testuggine palustre europea, oggetto di un progetto nazionale di conservazione e reintroduzione con un importante sviluppo anche nella Svizzera italiana. Getteremo uno sguardo anche su un animale molto schivo che sta facendo i suoi primi passi in Svizzera. Infatti, alcune fototrappole lo hanno immortalato nei cantoni Ginevra e Ticino. Si tratta della genetta, un carnivoro della famiglia dei Viverridi, molto elusivo, diffuso nell’Europa sud-occidentale, in Africa e nel Vicino Oriente. Infine, potremo scorgere il passero solitario. Ed è una fortuna perché si tratta di una specie molto rara da noi che colonizza habitat secondari come le aree urbane e le cave. Forse, in futuro avremo l’occasione di avvicinarlo più frequentemente in Ticino, perché ama il caldo e potrebbe approfittare dei mutamenti climatici.