Nel 2050, ben 6 miliardi di persone vivranno in città, vale a dire il 70 percento dell'umanità.
Come saranno le metropoli del futuro? Come sarà possibile accogliere i cittadini senza causare stress, evitando l'inquinamento e la marginalizzazione dei più deboli? Come faranno gli agglomerati urbani a espandersi senza distruggere il pianeta?
Per rispondere a queste sfide sarà necessaria una rivoluzione urbanistica.
Oggi, numerosi specialisti si adoperano per creare una città più intelligente, più vicina all'essere umano, più ecologica. All'inizio del secondo millennio, le mega città sono quasi una trentina, un processo che sembra inarrestabile.
Secondo la maggior parte degli esperti l’unica via da percorrere è quella della verticalità, sarà inevitabile costruire edifici sempre più alti. L’idea in sé non è nuova, nel secolo scorso il grande architetto svizzero Le Corbusier aveva proposto di radere al suolo una parte di Parigi per costruire inquietanti grattacieli.
Tuttavia, i grattacieli del futuro potrebbero stupirci in positivo grazie a un'inattesa quanto benefica presenza della Natura. Oggi infatti la tecnologia ha fatto enormi progressi e le innovazioni se ben utilizzate potrebbero davvero contribuire al benessere dei cittadini. Le esigenze dell’essere umano non sono cambiate, cambia il modo di assecondarle. Le città saranno “intelligenti”, vale a dire connesse a una rete virtuale che favorirà lo sviluppo di una quotidinità più armoniosa e meno stressante. Questa trasformazione è già in atto.
Reti di sensori, simili a miliardi di neuroni, permetteranno alla città di reagire e adattarsi in tempo reale alle nostre necessità.
Come saranno le città del futuro?
Non è facile immaginarle, ma in fondo il loro aspetto conta poco.