Architetture digitali

di Cesare Bernasconi

Architetture digitali

di Cesare Bernasconi

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Cosa succede quando un robot fa la sua apparizione su un cantiere? A molti, solo l’idea provoca un brivido lungo la schiena. Ruberà il lavoro ai molti professionisti impegnati nel settore edile? Forse in parte sì, ma è un processo inarrestabile e la Svizzera vuole essere uno dei leader mondiali nella svolta digitale nella costruzione. È il 2006, quando lo studio di architettura Gramazio e Kohler progetta l’originale facciata della casa viticola Gantenbein, nel Canton Grigioni. A seconda dell’incidenza della luce, i mattoni rivelano un motivo che ricorda un cesto colmo di acini d’uva. Una vera a propria opera d’arte, che un paio di artigiani avrebbero potuto realizzare in alcuni mesi di lavoro. Il robot lo fa in poche settimane. È - sotto molti aspetti - la pietra miliare della fabbricazione digitale in Svizzera. Non è tanto il risparmio di tempo a costituire la novità, quanto il fatto che l’opera d’arte diventa, dal punto di vista esecutivo, una qualunque opera edile, poiché rientra nei criteri economici ordinari. La fabbricazione digitale renderà accessibili ad ampie fasce della popolazione delle complesse realizzazioni finora destinate agli edifici pubblici o alle residenze private di committenti molto facoltosi, poiché la complessità esecutiva non è un costo aggiuntivo per un robot. Secondo il Prof. Dillenburger, dell’ETH di Zurigo, questa possibilità contribuirà ad arricchire il paesaggio costruito e a renderlo molto più diversificato. Starà agli architetti e ai pianificatori porre le basi per una gestione ragionevole di questo potenziale creativo. L’altra grande novità sta nella gestione dei progetti. L’architetto invierà direttamente sul cantiere i propri piani, in cui vi saranno già tutti i dati riguardanti la statica, il comportamento dei materiali, la loro quantità, ecc. Gli sprechi saranno ridotti al minimo, poiché gli algoritmi di progettazione calcoleranno al grammo ogni singolo elemento necessario all’edificazione. E infine la prefabbricazione diventerà un aspetto imprescindibile di ogni realizzazione. Considerando tutti questi vantaggi e sommandoli alla (ri)trovata libertà creativa, c’è da scommettere che le nuove architetture digitali non faticheranno ad imporsi in ogni cantiere. Grazie al Centro nazionale di competenza (NCCR) nella fabbricazione digitale – che ora comprende ben 6 partner accademici elvetici di altissimo livello – la Svizzera certamente affronterà questa sfida da protagonista sulla scena mondiale.