Le vie del cervo

di Davide Conconi e Simon Brazzola

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Negli ultimi decenni il cervo ha incrementato i propri effettivi in maniera spettacolare in Ticino, in particolare nella Riviera, in Leventina, e nelle vallate meridionali del vicino Canton Grigioni. Il forte aumento del numero di questi ungulati ha indotto una serie di conseguenze materializzatesi in più settori del territorio. Il bosco fa fatica a rinnovarsi perché i cervi brucano i germogli soprattutto delle giovani piantine. Questo fatto può influenzare, a sua volta,  la stabilità dei pendii delle numerose foreste a funzione protettiva. I cervi hanno anche un notevole impatto sull’agricoltura, essi si nutrono nelle grandi colture, ma non disdegnano di brucare nei vigneti e negli orti familiari, per poi mangiare d’estate anche l’erba sui pascoli, entrando in competizione con gli animali d’allevamento. Non dimentichiamo infine, che l’aumento degli effettivi del cervo provoca l’incremento del numero degli incidenti stradali e ferroviari che vedono coinvolti questi ungulati, talvolta anche con conseguenze gravi.

Queste considerazioni spingono gli enti preposti alla gestione del territorio e delle sue risorse a sviluppare strategie per gestire le popolazioni dell’ungulato presenti sul territorio. E non è una sfida da poco, perché è necessario mediare fra le esigenze, spesso opposte,  di attori presenti sul territorio: agricoltori, cacciatori e forestali, senza dimenticare gli amanti della natura.

Gli uffici della caccia e della gestione faunistica lo sanno bene: per gestire il cervo è fondamentale conoscerlo bene. Approfondire le conoscenze sulle migrazioni e sull’utilizzo del territorio dell’ungulato più imponente che vive da noi è proprio l’intento di un progetto di ricerca portato avanti assieme dagli uffici della caccia e della pesca dei cantoni Grigioni e Ticino, con la partecipazione del Progetto Parco nazionale Adula. Il nome del progetto - “TIGRA” - riunisce le iniziali dei partner coinvolti. La ricerca, cominciata nella primavera del 2014 e destinata a concludersi nell’estate del 2019, si concentra lungo la fascia di confine tra Ticino e Grigioni . Lo studio dei cervi si basa sull’osservazione capillare di capi marcati con collari muniti di trasmettitori GPS e sulla determinazione della struttura e dell’entità numerica dei branchi. L’obiettivo è conoscere nel dettaglio le migrazioni e l’utilizzo del territorio da parte dell’ungulato, integrando la conoscenza delle caratteristiche biologiche fondamentali di questa specie, quali: la grande mole e il suo elevato tasso di accrescimento, la mobilità territoriale e le sue notevoli capacità di apprendimento e comunicazione.

Il video illustra il lavoro non facile dei guardiacaccia, in particolare durante le operazioni più delicate dello studio, cioè la cattura dei cervi e l’applicazione dei collari GPS.

Qualche anticipazione dei risultati preliminari di questa ricerca ci mostra poi, quanto i cervi posseggano personalità e abitudini variegate, a volte sorprendenti.

 

Link:

la pagina dell’Ufficio caccia e pesca del Canton Ticino dedicata al progetto di monitoraggio dei cervi TIGRA

http://www4.ti.ch/dt/da/ucp/temi/caccia/caccia/monitoraggio-cervi-progetto-tigra/